lunedì 3 aprile 2023

POSTER GIRL, VERONICA ROTH. Review.

 




TITOLO: Poster girl
AUTORE: Veronica Roth
EDITORE: Mondadori
PAGINE: 333
PUBBLICAZIONE: 4 aprile 2023
GENERE: Distopico
PREZZO: € 9,99 ebook- 19,90 cartaceo

Sonya Kantor conosce molto bene questo motto, visto che ha ispirato, meglio condizionato, gran parte della sua vita. In realtà queste parole hanno condizionato la vita di tutti gli abitanti della megalopoli di Seattle-Portland-Vancouver. Per anni, infatti, hanno dovuto adattarsi a un codice morale molto rigido e a una costante sorveglianza da parte della Delegazione, resa possibile da una sofisticata tecnologia. Poi la rivolta ha cambiato tutto. La Delegazione è stata rovesciata e sostituita da un nuovo governo. Tutti coloro che avevano avuto un ruolo nel regime precedente sono stati rinchiusi insieme alle proprie famiglie nell'Apertura, una vera e propria prigione alla periferia della città. Gli altri, finalmente liberi, hanno potuto proseguire con le loro esistenze.

Sonya, figlia di uno dei membri di spicco della Delegazione e diventata famosa per essere stata, da adolescente, il volto dei manifesti propagandistici affissi per tutta la città, è imprigionata da anni nell'Apertura. Un giorno, un vecchio nemico si presenta da lei con una proposta: se troverà Grace Ward, sottratta alla famiglia dalla Delegazione quando era ancora una bambina, sarà libera. Per portare a termine la missione Sonya sarà obbligata a muoversi in un mondo che non riconosce, di cui ignora i meccanismi, estraneo (ed estremamente corrotto). E, soprattutto, a scavare a fondo nel passato, compreso quello della propria famiglia, anche più di quanto vorrebbe, portando alla luce verità dolorose e difficili da accettare.

A più di dieci anni dal suo esordio con Divergent, Veronica Roth torna alla distopia con un mystery che esplora il ruolo sempre più pervasivo della tecnologia nella nostra società.

A distanza di qualche anno dalla serie Divergent, Veronica Roth torna ad avventurarsi nel mondo della distopia con Poster Girl.
"QUEL CHE È GIUSTO". Questo era lo slogan della Delegazione che governava la megalopoli di Seattle-Portland-Vancouver sud. Sonya Kantor è la figlia di uno dei membri di spicco della Delegazione, ma da quando quest'ultima è stata rovesciata da un'insurrezione e si è insediato il Triumvirato, tutti coloro che hanno avuto a che fare con il vecchio potere e sono ancora vivi sono stati confinati nell'Apertura.
Sonya vive in uno dei palazzi dell'Apertura, prigioniera e spoglia di quella che era stata la sua vita precedente. Lei è l'unica sopravvissuta della sua famiglia ma la sua fama la precede perchè prima che la Delegazione facesse la fine che ha fatto lei era la ragazza dei manifesti propagandistici.
Perseguitata da un passato che non sembra volerla relegare all'oblio e richiusa in un posto senza speranza per il futuro, Sonya ha imparato ad adattarsi. Sprazzi del suo passato appaiono come lampi di luce dal suo Impianto, una componete che la Delegazione faceva impiantare nell'occhio di ogni persona e che era come una scheda personale. Immaginate di avere impiantato Alexa all'interno dell'occhio, ecco, potete farvi un'idea allora.
Nell'Apertura, quando ha capito che autodistruggersi non sarebbe servito a niente, Sonya ha imparato ad adattarsi, affinando doti di sopravvivenza e ingegno meccanico. Ha imparato a conoscere i quattro quadranti dell'Apertura e ogni persona che vi abita facendo attenzione ad evitare i pericoli.
Un giorno però le si apre un'opportunità. Una sua vecchia conoscenza, ora passato al nuovo governo, le offre la possibilità di lasciare l'Apertura, come succede a coloro i quali erano bambini ai tempi dell'insurrezione, a patto che lei compia un'opera di conciliazione.
Nello specifico dovrà trovare una bambina scomparsa, sottratta dalla Delegazione e di cui si sono perse le tracce. Le sarà offerto inizialmente un lasciapassare per muoversi al di fuori dell'Apertura durante le indagini e se riuscirà a trovare Grace Ward potrà ritenersi definitivamente libera.
Ma il mondo per come lo conosceva Sonya è profondamente mutato, oppure è lei che sta aprendo gli occhi?
Il suo passato e quello che vede adesso non coincidono e più si inoltra nelle indagini più si rende conto di come la Delegazione abbia influenzato la sua vita in modo spesso poco ortodosso.
Il controllo morale, i DesCoin guadagnati o persi a seconda della propria condotta, il classismo e la sorveglianza attraverso l'Impianto.
Qual è il valore di una parola gentile rispetto a una sgarbata, dell’autocontrollo rispetto alla resa all’impulso, di una bugia benevola rispetto a una sincerità che ferisce. Tutto nella vita si riduce a una serie infinita di colonne, questo contro quello, azione contro inazione. È tutto soggettivo.
È tutto un calcolo.
Veronica Roth, con Poster Girl non scrive solo una storia che si legge in poco tempo ma opera un'analisi di quella che è una società in balia della tecnologia, che ha invaso ogni aspetto della nostra esistenza fino a renderci dipendenti e più o meno consapevolmente controllati.
La costruzione del mondo è interessante e ai fan di Veronica Roth potrà sembrare familiare, ma gli elementi di novità rispetto alla serie divergenti ci sono e sono evidenti.
C'è una moderna accusa alla condizione di coloro i quali sono considerati "prigionieri di guerra" che spesso devono pagare una pena per interposta persona. Nel caso di Sonya mi è sembrato che non avesse scelta prima della caduta della Delegazione. Quando sin dalla nascita vieni esposta a certi messaggi e insegnamenti, quando la tua stessa famiglia ti alleva con determinati valori morali quale scelta hai?

L’Impianto le ha insegnato perché il cielo è azzurro, come nascono i bambini, che cosa significa “dannazione”, come preparare i biscotti. Quando Susanna cercava di ingannarla con una bugia, l’Impianto si assicurava che l’inganno non durasse a lungo. Le procurava la musica che le pulsava nella testa, i film che la facevano ridere fino ad avere male alla pancia. Sovrapponeva storia e creatività a ogni cosa che lei guardava.

L'evoluzione della protagonista è rappresentata dalla crisi profonda che attraversa quando è costretta a confrontare quello che sapeva con il mondo che si trova di fronte adesso, mettendo in discussione anche la sua famiglia. E' come se dovesse reimparare tutto, a partire da se stessa.
La parte mystery è interessante, meno la sottotrama romance che avrebbe potuto anche non essere presente, la storia avrebbe retto ugualmente.
Lo stile dell'autrice è diretto e dal forte impatto. La atmosfere sono cupe e accompagnano una trama distopica che assomiglia molto alla deriva che potrebbe prendere la nostra società. Forse per questo fa così paura.



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