TITOLO: La figlia del Reich
AUTORE: Louise Fein
EDITORE: Sonzogno
PAGINE: 480
PUBBLICAZIONE: 27 maggio 2021
GENERE: Historical fiction
PREZZO: € 9,99 ebook; 19,00 cartaceo
Lipsia, anni Trenta. Hetty è una ragazza impetuosa e piena di entusiasmo, cresciuta nei luminosi valori di rinascita predicati dal Führer. Crede ciecamente in lui e nella sua visione di una grande Germania, come crede nell'affetto della sua famiglia, nella solidità del padre – un importante ufficiale delle SS – e nella sacra ambizione dell'adorato fratello Karl, che si è appena arruolato nella Luftwaffe. Le certezze di questo mondo perfetto cominciano a incrinarsi quando rivede Walter, che era stato il migliore amico del fratello ed è ormai bandito dalla loro casa. Perché Walter è ebreo. Ma agli occhi di Hetty resta il ragazzo gentile e affascinante che tanti anni prima l'aveva salvata dalle acque del lago, il solo che ancora adesso riesca a strapparle un sorriso e sembri interessarsi ai suoi sogni. Come può una persona così generosa essere perseguitata? Giorno dopo giorno, durante incontri segreti e fugaci, lui le svela gli aspetti oscuri del Reich, gliene fa conoscere il lato feroce e violento, la porta a interrogarsi sul vero significato dei principi a cui è stata educata. Hetty è confusa, diffidente, lacerata, ma quei loro appuntamenti diventano sempre più indispensabili. Per capire, per sfuggire all'atmosfera oppressiva che respira a casa e, forse, per innamorarsi per la prima volta.
Miei lettori selvaggi, oggi vi parlo ancora di un historical fiction ambientato durante il periodo nazista e che guarda a quel periodo da un punto di vista un po' particolare.
La figlia del Reich di Louise Fein, edito da Sonzogno, racconta della formazione morale di Hetty Heinrich, una ragazza cresciuta secondo i dettami dell'ideologia nazista e che a sue spese imparerà cosa significa venire traditi dai propri ideali.
Quella di Hetty è una vera e propria storia di formazione che si intreccia con l'avanzare del nazionalsocialismo, gli orrori del secondo conflitto mondiale e la Germania post-bellica occupata dai sovietici.
Hetty è una ragazza che comincia a crescere a Lipsia negli anni 30, nel momento in cui le idee sul nazionalsocialismo sono spinte all'estremo dai discorsi di Hitler sulla razza e il predominio di quella ariana sulle altre minoranze. Come succederebbe ad ognuno di noi, la nostra protagonista crede fermamente nei valori che gli vengono inculcati dalla famiglia e dall'ambiente in cui vive, una Lipsia che segue ciecamente la visione hitleriana.
Nessun senso critico, nessun dubbio, ma cieca aderenza. L'incontro con il giovane Walter, amico del fratello e che un tempo l'aveva salvata dall'annegamento, le aprirà gli occhi sul tempo che sta vivendo, sul significato delle idee in cui crede e le orribili conseguenze a cui porteranno.
Attraverso Walter, Hetty comincia a notare le stonature di quella credeva essere una sinfonia, la repressione che comincia a esercitare il regime, la limitazione della libertà di stampa, usata solo ai fini propagandistici e, soprattutto, l'odio verso gli ebrei.
Walter, infatti, è un ebreo e come tale la dissonanza tra quello che inizia a provare per il ragazzo e le diverse narrazioni che ha della realtà iniziano a scontrarsi, creandole un forte dissidio interiore.
Leggere di Hetty potrebbe fare storcere il naso, ma a me è piaciuto molto il taglio che l'autrice ha dato alla storia. Non è la cattiva, eppure segue un'ideologia che la rende un mostro. Quante volte mi sono chiesta come ha fatto tanta gente a seguire le idee di Hitler? Forse quando cresci vedendo una sola prospettiva, quando non hai modo di conoscere altro e hai bisogno di credere in qualcosa ti aggrappi a tutto.
Nel caso di Hetty l'amore la spinge al cambiamento, alla ragione, ad uno sguardo critico delle idee imposte. La sua sarà una vita difficile, piena di sofferenza e scelte drastiche, ma è in questo modo che Hetty impara dalla vita stessa, a ragionare con la propria testa, lottando per quello in cui crede, giudicando da sé il giusto dall'errore.
La figlia del reich e le vicende di Hetty sono molto attuali e sono utili non solo per conoscere il passato oscuro di una certa parte dell'Europa ma anche per il pericoloso dilagare ai giorno nostri delle nuove fronde nazionalistiche.
La pericolosità della ripresa dell'odio per l'altro, di proclami politici che istigano alla violenza e alla discriminazione mascherandola da salvaguardia delle proprie origini, è qualcosa di preoccupante e che ci tocca da vicino, come se non fossimo mai venuti a conoscenza dell'orrore e delle aberrazioni a cui ha dato vita un certo modo di pensare.
Parafrasando Winston Churchill:- "chi non impara dalla storia è condannato a ripeterla", e ultimamente mi sembra proprio che non abbiamo imparato niente.
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