venerdì 26 ottobre 2018

SE TU VAI VIA PORTI IL MIO CUORE CON TE, SILVIA GIANATTI. Recensione.

TITOLO: Se tu vai via porti il mio cuore con te
AUTORE: Silvia Gianatti
EDITORE: Leggereditore
PAGINE:
PUBBLICAZIONE: 29 agosto 2018
GENERE: Narrativa
PREZZO: € 4,99 ebook; cartaceo 18,00
Un romanzo sul tema della perdita e del dolore. Il racconto di una mamma che perde il suo bambino all'ottavo mese di gravidanza, un'esperienza devastante e più comune di quanto si possa credere e di cui si parla ancora troppo poco. L'autrice condivide con i lettori la propria dolorosa esperienza, raccontando cosa si prova, da dove si ricomincia... «Se tu vai via, porti il mio cuore con te», infatti, è anche e soprattutto un libro catartico sul superamento del dolore. Perché alle lacrime e alla rabbia seguono prima o poi la pace e la forza di ricominciare. Il titolo è un riferimento al testo di una canzone, Piccola anima, che in queste due parole racchiude il senso del romanzo.

Alcune volte, leggere di un dolore immenso può farti apprezzare la bellezza della vita e la semplicità delle piccole cose. 
Non mi aspettavo nulla di particolare da Se tu vai via porti il mio cuore con te di Silvia Gianatti, ma questa storia già dalle prime righe ha fatto scattare in me qualcosa e ho avuto l'intuizione che sarebbe stato un viaggio difficile, toccante, ma necessario. 
Non sono una mamma e quindi non so cosa si provi a sentir crescere dentro di te una nuova vita, cambiare fin nel profondo, immaginare il futuro, visualizzare i lineamenti di una nuova, piccola creatura e poi, improvvisamente perdere tutto. 
Immagino che a modo loro tutte le perdite hanno un certo peso e che ognuna di esse scava solchi più o meno profondi, la perdita di un figlio però è qualcosa di così grande e devastante da non trovare nemmeno un riscontro terminologico che rappresenti bene l'avvenimento. 
Questo è quello che succede a Valeria, che poco prima del parto perde il proprio bambino. Morte bianca la chiamano, nessuno avrebbe portuto evitarla, ma a Valeria non interessano le scuse, "i mi dispiace", i "ti sono vicina". L'unica cosa che sente, nel fondo dell'oscuro baratro in cui è piombata è la rabbia. 
E poi c'è la mancanza di qualcosa che non potrà mai essere, un amore che esiste ed è immenso, ma è rimasto senza il suo perno centrale. 
Inutile avere accanto un uomo come Marco, vero e unico amore, perché Valeria è spezzata. La ragazza forte, quella che ha sempre alzato un muro tra sé e la sofferenza è rimasta schiacciata dal crollo di quelle spesse e alte mura. 
Ora, dopo aver toccato il fondo, non rimane che risalire, anche se la paura di dimenticare fa male quanto il ricordo del suo bambino. E allora Valeria scrive. Scrive della sua rabbia, della paura di non farcela, del dolore che la soffoca, della voglia disarmante di stringere a sè il proprio bambino e del vuoto che incontrano le sue braccia. 

Intimistico, delicato, spietato e diretto, Se tu vai via porti il mio cuore con te ci parla del dolore di una donna nella sua forma più alta, della sua lotta per rimanere in vita e non andare in pezzi e poi, di come si può trovare la forza per rinascere e andare avanti. 
Nulla sarà mai come prima, e mentre tutto si trasforma Valeria sarà sempre una mamma che ama e ha amato il proprio bambino di un amore infinito. 
Calde lacrime hanno bagnato le mie guance e il magone risale ancora, anche dopo aver chiuso il libro. Silvia Gianìnatti è brava, ha una prosa che incanta con la delicatezza di chi sa entrare in punta di piedi affrontando un tema così importante come la maternità. 
Una lettura che sono sicura non scorderò facilmente.



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