TITOLO: L'anima nera di un Lord
AUTORE: Estelle Hunt
SERIE: Amori vittoriani 3.
EDITORE: Self Publishing
PAGINE: 389
PUBBLICAZIONE: 4 marzo 2022
GENERE: Historical Romance
COSTO: € 2,99 ebook; --cartaceo
Carter Castlereagh è il più celebre libertino della sua generazione.
Raffinato edonista, colleziona amanti con la stessa disinvoltura con cui lancia nuove mode, ma dietro un volto scolpito e occhi di ossidiana, nasconde un terrificante segreto.
Insofferente alle regole, non si cura della reputazione compromessa, né di quanto lo disprezzi il Visconte suo padre, poiché non è destinato al titolo e alle responsabilità del rango.
Juliana Conway è conosciuta come la Baronessa.
Rimasta vedova in giovane età, con la morte dell’anziano marito ha ereditato, oltre a un cospicuo patrimonio, una mole di maldicenze tale da renderla invisa al ton. Si mostra al mondo indossando una maschera di frivolezza e superficialità, dietro la quale nasconde numerose ferite. Avendo sempre a cuore la propria dignità, ha giurato di restare libera per il resto della vita.
Ciò nonostante, per entrambi, le nozze restano l’unica soluzione ai problemi familiari e alle insistenti pressioni sociali. Così i due, pur detestandosi, decidono di unire i loro destini in un matrimonio di facciata, convinti di poter condurre esistenze autonome. La convivenza forzata, però, mostrerà lati inediti dei loro caratteri e molte sorprese: perché quando due anime così profondamente provate e infelici si incontrano, nulla potrà mai tornare a essere come prima.
Mentre Carter, tenacemente convinto di non possedere più un cuore, non esiterà a spezzare quello di Juliana, pur di allontanarla da sé, i segreti che entrambi avevano gelosamente custodito verranno alla luce. A quel punto, Carter e Juliana impareranno a fidarsi l’uno dell’altra o le ombre del passato li allontaneranno per sempre?
Con L'anima nera di un Lord Estelle Hunt è stata in grado di descrivere l'oscurità, quella profonda, quella dalla quale sembra impossibile risalire per tornare alla luce.
Carter Castlereagh è un libertino, un dissoluto, un uomo senza morale e coscienza, il cui unico scopo nella vita sembra essere la ricerca del piacere anche a costo di calpestare i sentimenti degli altri.
Malauguratamente per lui, i doveri del casato arrivano a interrompere le sue notti sfrenate. Il fratello maggiore si trova in difficoltà e tocca a lui prendere le redini della famiglia e portare avanti il nome dei Castlereagh, e per fare questo deve prendere moglie.
La situazione perfetta per non sottrarsi ai suoi doveri e continuare con le sue abitudini sfrenate è chiedere in moglie la donna più discussa del ton: Juliana Conway, vedova del vecchio Barone.
Sulla donna si narra ogni tipo di impronunciabile impresa amorosa, degne del Marchese de Sade che la morte del Barone ha reso ancora più leggendarie.
Un matrimonio di facciata tra una donna che deve riabilitare il suo onore e un uomo che deve adempiere ai suoi doveri. Una convivenza forzata che si rivelerà più difficile del previsto, perchè Juliana non è una docile fanciulla come Carter non è il Principe Azzurro.
Una coppia inedita e improbabile che insieme si inerpicherà verso un cammino fatto di luoghi oscuri e incubi che risiedono nel profondo e tormentano le loro notti.
Sia Carter che Juliana hanno un passato doloroso alle spalle, qualcosa che li ha segnati, devastati, quasi spezzati, inclini a cedere alle apparenze, nonostante sappiano quanto queste siano false e distruttive.
Eppure c'è qualcosa che spinge Juliana ad andare più a fondo, a cercare di vedere oltre i comportamenti oltraggiosi e sprezzanti, nonostante la distanza insormontabile che c'è tra loro due. E più Juliana si avvicina, più Carter prende le distanze. Paura? Forse!
Quanto l'ho odiato, al pari se non più di Juliana, pensando, come Carter per se stesso, che non ci fosse soluzione, nessuna possibilità di salvezza. Ho avvertito il suo stesso soffocante cappio dell'ineluttabilità. E poi eccola lì, quella luce accecante dalla quale non si può fuggire, nonostante si cerchi schermo. Juliana arriva con la sua purezza, la sua forza, la resilienza che le ha permesso di piegarsi e non spezzarsi. Lei è aria fresca, è la purezza che le maldicenze, gli abusi, le torture non sono riusciti a sporcare.
Carter, preso dal suo egoismo e dal meccanismo di difesa che lo spinge a ferire gli altri pur di non analizzare quello che ha dato il via al suo processo di autodistruzione, preferisce credere come tutti alle dicerie, ai racconti fantasiosi e pruriginosi di persone il cui unico scopo è umiliare, portare ancora più a fondo chi è in difficoltà.
Il dolore non sempre riconosce il dolore, soprattutto quando è così cocente da offuscare i pensieri e la colpa ti divora fin dentro le ossa. E' necessario toccare il fondo, sbagliare, ferire profondamente per poi rendersi conto di avere un cuore che sanguina, di sentire tutto il dolore provocato che torna indietro.
Non mentirò dicendo che non ho sofferto, che Estelle Hunt non è stata cattivissima scrivendo scene che mi hanno fatto torcere le budella dalla rabbia. Ho creduto che Carter fosse irrecuperabile, imperdonabile, deprecabile nelle azioni e nelle parole taglienti, abili nel ferire come coltelli. Poi l'ho guardato con gli occhi di Juliana, quelli che hanno visto dietro la maschera crudele e beffarda, che è andata oltre quell'atteggiamento autodistruttivo e come la goccia che scava la roccia si è fatta strada all'interno di quell'anima nera.
Il talento di Estelle Hunt nell'historical romance è indiscutibile, impeccabile nelle ambientazioni, nelle caratterizzazioni, e nel rendere vivide atmosfere di tempi che esercitano un fascino lontano.
L'ho letto mettendo da parte ogni impegno urgente, perchè una volta conosciuti Carter e Juliana non si riescono a lasciar andare.
Estelle Hunt si supera ad ogni prova, alza l'asticella per testare il mio limite di sopportazione, disegnando personaggi spietati, perversi, complessi, affascinati, magnetici. Ora che devo lasciarli andare, orfana di Carter e Julian che fai, non me la scrivi qualcosa su Esmond? Non vorrai mica lasciarlo così, povero cucciolo!
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