ELEANOR OLIPHANT STA BENISSIMO, GAIL HONEYMAN. Review Party.

  TITOLO: Eleanor Oliphant sta benissimo

AUTORE: Gail Honeyman

EDITORE: Garzanti

PAGINE: 344

PUBBLICAZIONE: 15 maggio  2018

GENERE: Narrativa

COSTO: € 9,99 ebook, 17,90 cartaceo.

L’unica cosa che conta è rimanere fedeli a ciò che si è veramente
Mi chiamo Eleanor Oliphant e sto bene, anzi: sto benissimo.
Non bado agli altri. So che spesso mi fissano, sussurrano, girano la testa quando passo. Forse è perché io dico sempre quello che penso. Ma io sorrido. Ho quasi trent’anni e da nove lavoro nello stesso ufficio. In pausa pranzo faccio le parole crociate. Poi torno a casa e mi prendo cura di Polly, la mia piantina: lei ha bisogno di me, e io non ho bisogno di nient’altro. Perché da sola sto bene.
Solo il mercoledì mi inquieta, perché è il giorno in cui arriva la telefonata di mia madre. Mi chiama dalla prigione. Dopo averla sentita, mi accorgo di sfiorare la cicatrice che ho sul volto e ogni cosa mi sembra diversa. Ma non dura molto, perché io non lo permetto.
E se me lo chiedete, infatti, io sto bene. Anzi, benissimo.
O così credevo, fino a oggi.
Perché oggi è successa una cosa nuova. Qualcuno mi ha rivolto un gesto gentile. Il primo della mia vita. E all’improvviso, ho scoperto che il mondo segue delle regole che non conosco. Che gli altri non hanno le mie paure, non cercano a ogni istante di dimenticare il passato. Forse il «tutto» che credevo di avere è precisamente tutto ciò che mi manca. E forse è ora di imparare davvero a stare bene.
Anzi: benissimo.
Gail Honeyman ha scritto un capolavoro. Un libro che secondo la stampa internazionale più autorevole rimarrà negli annali della letteratura. Un romanzo che per i librai è unico e raro come solo le grandi opere possono essere. In corso di pubblicazione in 35 paesi, è il romanzo d’esordio più venduto di sempre in Inghilterra, dove è da più di un anno in vetta alle classifiche. Ha vinto il Costa First Novel Award e presto diventerà un film. Una protagonista in cui tutti possono riconoscersi. Una storia di resilienza, di forza, di dolore, di speranza. Un grande romanzo con una grande anima.

Mentirei se vi dicessi che Eleanor Oliphant è un libro di facile lettura. Tutto, lo stile, la caratterizzazione del personaggio, il ritmo narrativo, concorrono a creare nel lettore un certo senso di straniamento simile al distacco che la protagonista mantiene con il mondo. Poi, piano piano ti accorgi che quella stramba ragazza si è insinuata piano piano dentro di te, che certi passaggi sono come spine che ti pungolano il cuore, che alcune scoperte ti fanno male come come un pugno in pieno viso e certi modi che la gente usa per rivolgersi a lei ti rimangono impigliati in gola come un pugno di sassolini che non riesci a mandar giù, che le lacrime scendono inaspettate come quelle che raramente solcano il viso sfigurato di Eleanor. 

Sono sempre stata orgogliosa di cavarmela da sola nella vita. Sono l’unica sopravvissuta, sono Eleanor Oliphant. Nonho bisogno di nessun altro: non c’è una grande voragine nella mia esistenza, nel mio puzzle privato non manca alcun tassello. Sono un’entità autosufficiente. O almeno è quello che mi sono sempre detta. Ma l’altra sera ho trovato l’amore della mia vita. Quando è entrato in scena, l’ho capito e basta.  

Come descrivervi Eleanor Oliphant? Per comprendere la tortuosa e contraddittoria storia che è la sua vita non basta neppure leggere il libro. Bisognerebbe mettersi nei suoi panni, pensare come pensa lei, guardare il mondo con i suoi occhi e aver attraversato lo stesso inferno. Forse allora riusciremmo a comprenderne solo una piccola parte. 

Una vita ordinata, scandita sempre dagli stessi ritmi, nessuna conversazione, niente amici, una sola telefonata dalla madre il mercoledì sera, una pianta che posiede sin dall'infanzia, stesso lavoro da nove anni, e una grande solitudine da dimenticare nel fine settimana, quando le voci nella sua testa si fanno insistenti e l'unico modo per farle tacere è stordirsi con la vodka.  

Due elementi però irrompono a turbare la sua monotona esistenza: l'icontro con l'uomo che Eleanor decide essere quello della sua vita e la conoscenza di Raymond un addetto al settore informatica che non è nemmeno lontanamente il suo tipo, ma che inconsapevolmete le farà vedere il mondo con occhi nuovi. 

Eleanor infatti, non pensa assolutamente di essere strana. La sua è una mente pratica con un pensiero rigido al limite del disturbo di Asperger. Non comprende l'ironia, il senso delle parole che pronunciano gli altri è sempre letterale e non codifica i simbolismi. Parlare con la gente la infastidisce, la sua cultura è molto ampia e il suo linguaggio forbito, tutte competenze che la rendono però inadeguata sul piano relazionale e della condotta sociale. 

Il viso sfigurato da una parte, un'infanzia tra una famiglia affidataria l'altra e una madre lontana che la tratta come l'essere più ignobile della terra, Eleanor si è costruita un mondo tutto suo, con regole che rispondono al suo modo di sentire le cose, e non si sente strana, perchè tutto ciò che ha chiuso fuori dal suo mondo è la vera stranezza incoprensibile. 

Quando però, nel tentativo di conquistare quasto fantomatico uomo della sua vita, comincerà a fare alcuni cambiamenti e si aprirà al mondo, scoprirà che oltre la porta esiste altro. Anche Raymond avrà un ruolo molto importante nella vita di Eleanor. Un ragazzo che va da subito oltre le apparenze. Lui vede le stranezze di Eleanor ma non si interroga in modo morboso sul perchè della sua condizione, invece entra in punta di piedi e con molta pazienza nel suo universo. 
Eleanor scoprirà per la prima volta il calore di una carezza disinteressata, la bellezza dell'affetto degli altri e della loro riconoscenza. Rendersi conto di quanto sia bello avere degli amci ha un doppio effetto però, perchè se da un lato le fa provare sensazioni belle e mai sperimentate, dall'altro rompe la sua bolla facendola piombare in un profondo stato di prostrazione e solitudine.

Sapevo che la gente non avrebbedovuto vivere come facevo io: lavoro, vodka, sonno, un ciclocostante e statico in cui ruotavo su me stessa, dentro me stessa, silenziosa e sola. Senza andare da nessuna parte. In un certo senso, mi rendevo conto che era sbagliato. Avevo sollevatola testa quel tanto che bastava per vederlo e, bramosa di cambiare, avevo afferrato un filo di paglia a caso, mi ero lasciata trascinare, immaginando una specie di... futuro.

Allora Eleanor dovrà percorrere il cammino più difficile che ha mai fatto, dovrà imparare a perdonararsi, a guardarsi dentro e con occhi nuovi. Affinche una nuova Eleanor nasca, la vecchia Eleanor deve imparare ad essere più clemente con se stessa, comprendere che nessuno merita la vita che lei ha vissuto fino ad ora.
Eleanor Oliphant è una storia che parla di solitudini, di scoperte, cambiamenti e resilienza. Con il suo humor inglese, Eleanor ti arriva dritta al cuore fino a farti desiderare di proteggere questa fragile trentenne che nonostante sia super intelligente, è profondamente sola e vuota, come le bottiglie di vodka a cui da fondo nel fine settimana. 

Un libro che ti rimane nella testa anche dopo averlo chiuso, che ti cambia. Lo stile dell'autice è curatissimo, proprio per rispondere alla caratterozzazione precisa della protagonista. Non a caso è stato il libro rivelazione dell'anno. Non vedo l'ora di poter vedre la trasposizione cinematografica di questa storia toccante e dare un volto alla mia Eleanor.

Anche voi potreste avere la possibiltà di conoscere Eleanor. Come fare? Per offrire riparo ad Eleanor vi basta:

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Dal 17 al 20 maggio.

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