Oggi vi presento un libro già uscito lo scorso 10 maggio in occasione del Salone del Libro di Torino. Una storia corale che racconta i problemi relazionali di un gruppo di amici, "Il peso delle parole" di Olimpia Petruzzella edito Dark Zone. Di seguito trovate la presentazione e qualche estratto.
TITOLO: Il peso delle parole
AUTORE:Olimpia Petruzzella
EDITORE: Dark Zone
PAGINE:
PUBBLICAZIONE: 10 maggio 2018
GENERE: Narrativa
Un ex violinista che detesta la musica classica, una giovane editor divorziata che si sente sempre inadeguata e non sa cosa vuole dalla vita, un attore gay e viziato che cerca di rovinare il matrimonio del suo migliore amico, famoso sceneggiatore, anch'egli gay e in crisi col marito. A legare queste vicende è Diana, giovane sceneggiatrice che, nonostante la sua esuberanza e i modi franchi e gentili, non riesce a lasciarsi andare del tutto nelle relazioni con gli altri. Il bullismo psicologico che ha subito al liceo le ha, infatti, lasciato addosso un senso di disagio da cui non riesce a liberarsi.
ESTRATTO
Vanessa è in piedi, davanti al lavandino, dove si sta sciacquando la faccia con l’acqua fredda. Sbuffa e impreca, poi si passa l’asciugamano sul viso gocciolante. Quando riemerge, si guarda allo specchio e fa una smorfia. Non le piace la donna che riflette ed è strano per lei, che è sempre stata consapevole della propria bellezza, nonostante fingesse il contrario per piacere di più alle sue amiche e ai ragazzi. Nessuno ti dice che sei bella se sei tu a dirlo, ma se ti comporti come se lo fossi, mentre a voce lo neghi, allora lo sentirai dire da chiunque.
Eppure, ora Vanessa non si piace. La donna che le mostra lo specchio non è bella. O meglio, lo è, ma in un modo distorto, falso. Sembra che indossi una maschera. I capelli color mogano, perfettamente stirati, sono troppo lunghi e troppo folti, per colpa di quelle extension più castane. Le sopracciglia ormai quasi inesistenti – perché ha l’abitudine di strapparsene i peli come antistress – e rinforzate a suon di matita, non fanno da contorno agli occhi verdi, il cui taglio è messo in risalto dalle ciglia finte, incollate solo verso la parte esterna degli occhi. Il naso è troppo piccolo. Le labbra carnose sono evidenziate ancor di più dalla matita, che le rende inutilmente più grandi. La carnagione olivastra è celata dal fondotinta color terra e dal fard rosso sulle guance.
«Tu ti trucchi troppo. Non sei true, authentic, come dite voi? Ah, yes, autentica. Tu sembri una bambola.»
«Una bambola» l’ha definita Sean in una discussione, qualche mese prima. Una bambola come quelle che lei da piccola detestava, perché sempre fisse nella loro imperturbabilità. Finte, false, vuote. Come lei. Mostra un aspetto che non è il suo. È come se anche lei fosse un pezzo di plastica. Probabilmente, se avesse dieci anni di più, sarebbe già imbottita di silicone. Ma non è ancora così, no? Non è così che deve andare. Il suo destino non è scritto in maniera ineluttabile. Il tempo può essere riscritto, no? Lo dicono in continuazione in Doctor Who, quella serie inglese della BBC che lei trova irrimediabilmente stupida, ma che prima Diana e poi Sean l’hanno costretta a guardare non si ricorda più quante volte.
Vanessa stringe i pugni e non distoglie lo sguardo dallo specchio. È furiosa, come dimostra la ruga in mezzo alla fronte e l’espressione feroce degli occhi. Vorrebbe tirare un pugno e rompere lo specchio, ma non lo farà. Sono sette anni di disgrazia.
«Solo stupide superstizioni. Se uno specchio si rompe, vuol dire che si è rotto. Né più, né meno.»
Forse hai ragione tu, Diana. Ma non me la sento di rischiare, si giustifica.
Eppure, ora Vanessa non si piace. La donna che le mostra lo specchio non è bella. O meglio, lo è, ma in un modo distorto, falso. Sembra che indossi una maschera. I capelli color mogano, perfettamente stirati, sono troppo lunghi e troppo folti, per colpa di quelle extension più castane. Le sopracciglia ormai quasi inesistenti – perché ha l’abitudine di strapparsene i peli come antistress – e rinforzate a suon di matita, non fanno da contorno agli occhi verdi, il cui taglio è messo in risalto dalle ciglia finte, incollate solo verso la parte esterna degli occhi. Il naso è troppo piccolo. Le labbra carnose sono evidenziate ancor di più dalla matita, che le rende inutilmente più grandi. La carnagione olivastra è celata dal fondotinta color terra e dal fard rosso sulle guance.
«Tu ti trucchi troppo. Non sei true, authentic, come dite voi? Ah, yes, autentica. Tu sembri una bambola.»
«Una bambola» l’ha definita Sean in una discussione, qualche mese prima. Una bambola come quelle che lei da piccola detestava, perché sempre fisse nella loro imperturbabilità. Finte, false, vuote. Come lei. Mostra un aspetto che non è il suo. È come se anche lei fosse un pezzo di plastica. Probabilmente, se avesse dieci anni di più, sarebbe già imbottita di silicone. Ma non è ancora così, no? Non è così che deve andare. Il suo destino non è scritto in maniera ineluttabile. Il tempo può essere riscritto, no? Lo dicono in continuazione in Doctor Who, quella serie inglese della BBC che lei trova irrimediabilmente stupida, ma che prima Diana e poi Sean l’hanno costretta a guardare non si ricorda più quante volte.
Vanessa stringe i pugni e non distoglie lo sguardo dallo specchio. È furiosa, come dimostra la ruga in mezzo alla fronte e l’espressione feroce degli occhi. Vorrebbe tirare un pugno e rompere lo specchio, ma non lo farà. Sono sette anni di disgrazia.
«Solo stupide superstizioni. Se uno specchio si rompe, vuol dire che si è rotto. Né più, né meno.»
Forse hai ragione tu, Diana. Ma non me la sento di rischiare, si giustifica.
Potere trovare una serie di racconti per presentare i personaggi principali del romanzo pubblicata su Wattpad al seguente link: https://www.wattpad.com/story/143378923-il-peso-delle-parole
L’autore
Olimpia Petruzzella nasce a Molfetta (BA), il 21/04/90. Violinista, ha iniziato a studiare musica all’età di quattro anni, e si è poi diplomata nel 2012. È inoltre laureata alla magistrale di “Archeologia” presso l’Università degli Studi di Bari “Aldo Moro”, con la votazione di 110 con lode.
Un mese dopo si è trasferita a Roma (dove attualmente vive), per frequentare il master di Drammaturgia e Sceneggiatura presso l’Accademia di Arte Drammatica “Silvio D’Amico”. Lavora poi come stagista presso il programma di Rai3 “Pane Quotidiano” e presso la casa editrice “nottetempo”. Nel frattempo ha collaborato – e collabora tuttora – con alcune testate giornalistiche e magazine online, come “Quindici giorni”, “Caffè News” e “Hall of Series” e dal 2012 al 2014 ha gestito un blog di critica letteraria, “Biancaneve critica”. Ad aprile del 2013, pubblica il suo primo racconto, Storia di noi due, nella raccolta in formato ebook Senti_menti, edita dalla casa editrice Libro Aperto, dopo aver vinto un concorso da loro indetto. Attualmente collabora con l’agenzia letteraria “SaperScrivere” come ghostwriter e con l’agenzia di comunicazione web “Pantomedia” come social media manager.
Olimpia Petruzzella nasce a Molfetta (BA), il 21/04/90. Violinista, ha iniziato a studiare musica all’età di quattro anni, e si è poi diplomata nel 2012. È inoltre laureata alla magistrale di “Archeologia” presso l’Università degli Studi di Bari “Aldo Moro”, con la votazione di 110 con lode.
Un mese dopo si è trasferita a Roma (dove attualmente vive), per frequentare il master di Drammaturgia e Sceneggiatura presso l’Accademia di Arte Drammatica “Silvio D’Amico”. Lavora poi come stagista presso il programma di Rai3 “Pane Quotidiano” e presso la casa editrice “nottetempo”. Nel frattempo ha collaborato – e collabora tuttora – con alcune testate giornalistiche e magazine online, come “Quindici giorni”, “Caffè News” e “Hall of Series” e dal 2012 al 2014 ha gestito un blog di critica letteraria, “Biancaneve critica”. Ad aprile del 2013, pubblica il suo primo racconto, Storia di noi due, nella raccolta in formato ebook Senti_menti, edita dalla casa editrice Libro Aperto, dopo aver vinto un concorso da loro indetto. Attualmente collabora con l’agenzia letteraria “SaperScrivere” come ghostwriter e con l’agenzia di comunicazione web “Pantomedia” come social media manager.
Il libro è acquistabile sul sito della casa editrice (la spedizione è gratuita in tutta Italia): http://www.dark-zone.it/prodotto/peso-delle-parole/ o ordinabile in qualunque libreria.
Bello! Da leggere.
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