venerdì 10 agosto 2018

TUTTO SU MIO PADRE, SYLVIA KANT. Recensione.

TITOLO: Tutto su mio padre
AUTORE:Sylvia Kant
EDITORE: Newton Compton Editori
PAGINE: 360
PUBBLICAZIONE: 7 agosto 2018
GENERE: Narrativa
PREZZO: € 2,99 ebook, -- cartaceo




Sandro e Maura sono sposati da circa dieci anni, ma non possono certo definirsi due santi. Tradimenti, differenze sociali e incomprensioni di una storia nata già sbagliata mettono in crisi il loro matrimonio. Solo l’affetto per la figlia Eva è forte e profondo. Ma persino questo sentimento, l’unico per cui riuscire a trovare il modo di non fare della separazione un sanguinoso campo di battaglia diventa, invece, la miccia, il pretesto, il luogo dell’odio che totalizza e tutto spazza via. Una vicenda familiare feroce e appassionante, una guerra in nome dell’amore dove il verbo amare viene coniugato solo all’imperfetto del tempo sprecato e del futuro perduto.
Sylvia Kant, già autrice di due bestseller erotici, ha smesso per un attimo i panni della dark lady, e scritto un romanzo intenso, coraggioso, ma soprattutto autentico. Impossibile smettere di leggerlo o dimenticarlo, una volta girata l’ultima pagina.


Per la prima volta, dopo tanto tempo, ho difficoltà a scrivere una recensione. E dire che Sylvia ce l'ha messa tutta, con tanto di avvertenze, ma nulla può prepararti veramente a questa storia. Mi ha letterlmente intossicato l'anima, tanto che più volte mi son dovuta fermare, distrarmi e riprendere la lettura in seguito. Avevo bisogno di sedimentare, di far correre i pensieri, di eliminare le scorie e la rabbia accumulata. 




La storia potrebbe sembrare ordinaria: una coppia che dopo dieci anni di matrimonio si separa e come sempre a pagarne le spese è Eva, la loro figlia. Sin dalle prime pagine si capisce che la storia non sarà così facile da affrontare, così come non lo sarà il percorso che i protagonisti dovranno affrontare.
Solo che in Tutto su mio padre non ci sono protagonisti, ci sono vittime. 

Sandro è un papà al quale, in seguito alla separazione, viene negato il diritto di vedere la figlia Eva per la quale nutre un affetto smodato. Maura, la ex moglie è una donna cattiva, dura, pena di astio e risentimento. Ipercontrollante, più che iperprotettiva, Maura, nasconde dietro false paure di nuocere alla figlia, la voglia di vendicarsi del marito Sandro, che semba accettate come un martire le continue vessazioni della ex. Inizia così una battaglia legale durissima che metterà a dura prova la salute fisica e mentale di Sandro, persona già prostrata dalla depressione. 
L'amore per sua figlia lo spinge però a lottare, a indebitarsi, a subire senza controbbattere, in primis perchè non vuole perdere l'affetto di Eva e poi perchè non vuole che una volta diventata grande possa accusarlo di non aver fatto nulla per averla per sè. 

In silenzio apre piano la porta ed esce come un sonnambulo, quel dolore assordante che lo sta divorando da dentro, acuto, mortale, insostenibile.

Tutta la lettura è una continua altalena di alti e bassi, di passi avanti e indietro. E nel frattempo gli anni passano, i rapporti si logorano, il dolore diventa insopportabile e le offese hanno scavato buchi incolmabili. Ho provato un continuo senso di malessere, una rabbia intensa e bruciante per il comportamente inaccettabile di Maura e per l'incapacità di reagire di Sandro. Avrei voluto avere la possibilità di entrare dentro la storia, scuotere Sandro e schiaffeggiare furiosamente Maura. Mai letto di un personaggio così cattivo e crudele,
bugiarda cronica e senza il senso del limite. 


Anche ’sta cazzata volevi fare! Non t’era bastata quella di aver lasciato il posto all’Autospurghi! Voleva andare in Brasile ’sto scemo! Con una figlia piccola! Tu sei proprio pazzo! Ma che sicurezza m’hai mai dato te? E che sicurezza daresti a Eva? Senti, lascia perdere! Dimenticati mia figlia e io non ti chiedo neanche i soldi del mantenimento, te lo giuro, basta che sparisci»...

Sandro non è certo un santo, ma una situazione come quella che si trova a vivere lui metterebbe alla prova chiunque.
Vi chiederete allora perchè tutte vittime quando Maura sembra l'unica carnefice? Beh, mi piace pensare che tanta cattiveria non sia davvero premeditata e umanamente possibile. Preferisco lasciare un margine di comprensione anche per Maura, vittima della sua profonda ignoranza, che la rende cattiva, a causa di una famiglia violenta e cafona che anzicchè offrire spunti di miglioramento stringe il cappio al collo della figlia. Una spirale discendente che si perpetua con un andamento peggiorativo. Nessuna crescita, nessun pentimento, nessuna comprensione.

C'è tanto dolore in queste pagine, ma anche tanto amore di un padre per una figlia. Esempi di genitorialità ferita, agognata e poi disattesa. Deluso e timoroso, Sandro si sacrifica fino allo spasimo, ricevendo porte chiuse in faccia e miseri monosillabi condotti anonimamente da una cornetta telefonica.
Ci si chiede come sia possibile che una persona abbia il potere di distruggere una vita, potere legittimato anche a livello legale. Questa è però la triste realtà della vita. Non sempre vince. Più spesso si perde e poi si cerca di andare avanti con il poco che rimane.
Come dicevo all'inizio di questa recensione, ho avuto bisogno di un po' di giorni per finire il libro, perchè il testo è tanto carico di rabbia e sentimenti negativi, che si ha bisogno di prendere lunghi respiri. Lo stile è curatissimo, perchè è appurato che la signora Kant sa scrivere, e bene. In alcuni punti però l'ho trovato un po' ripetitivo nei dialoghi, ma immagino che serva soprattutto a rendere conto dell'irremovibiltà di Maura, del suo pensiero ottuso e poco flessibile, della cafonaggine, lel carattere sboccato e ignorante (si vede che simpatizzo per lei).

«Da quello che ho capito, per Eva è un grosso problema anche l’abbandono momentaneo. Una bambina che, a otto anni e mezzo, non va mai a dormire dai nonni qualche problema di fatto ce l’ha», sentenzia. «E se anche non l’avesse adesso, ce l’avrà senz’altro in futuro: una paternità negata è sempre un trauma… Credetemi»


Brava Sylvia Kant, che con questo tuffo nella narrativa ha avuto il coraggio di osare e di scrollarsi di dosso un'etichetta che poteva eternamente ingabbiarla come autrice in grado di scrivere solo erotic romance. Una prova d'autore riuscita, con una storia che non è per tutti i palati, che descrive tutta la miseria umana e ci insegna che a volte la vita è più dura di quanto possiamo immaginare e che anche se fa male, a volte non sempre lottare si rivela la scelta migliore. In fin dei conti però, chiuso il libro, mi fa piacere pensare che il karma esiste e che tanto male non rimane eternamente impunito.
Armatevi di un flacone di Maloox e leggetelo, perchè ne vale la pena. 




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