TITOLO: Agata. Duro da amare.
AUTORE:Anna Chillon
SERIE: Pietre preziose 3
SERIE: Pietre preziose 3
EDITORE: Self-Publishing
PAGINE: 412
PUBBLICAZIONE: 7 giugno 2019
GENERE: Contemporary romance
Mi parlò con il suo silenzio
e con il suo rifiuto mi catturò.
***
Giovane e incauta, mi avventurai nel bosco dove trovai una casetta con un uomo rozzo che disprezzava gli esseri umani e si comportava come se possedesse tutto il tempo del mondo.
Mi cacciò senza usare una parola, eppure io lassù ci tornai mettendo a rischio più volte la mia vita. Per lui, per quell’enigma da risolvere.
Mentii, impugnai una pistola e sperimentai quel sesso che da scontro diviene un incontro. Scoprii anche che la sincerità può far male, ma è la sola strada per essere felici.
Me lo insegnò lui, maltrattandomi, salvandomi e sequestrando ogni mia cellula, mentre nodo dopo nodo mi permetteva di dipanare la matassa della sua folle esistenza.
Quante cose nascondeva quel silenzio?
Forse più di quante avrei potuto tollerare.
Certo più di quanto le parole avrebbero mai potuto esprimere.
Torna Anna Chillon con il terzo capitolo della serie Pietre preziose. Come sapete, adoro la scrittura di Anna, così pulita, onirica, sfrontata e capace di osare senza nessuna remora. Con Agata-Duro da amare mi sono immersa in un mondo selvaggio, oscuro, pericoloso, di quelli che Anna costruisce in modo mirabile.
Una giovane ragazza in cerca del proprio posto nel mondo e un uomo che in quel mondo si tiene ai margini. Un "Orso" senza voce che esprime tutta la sua devastante forza attraverso la potenza del proprio corpo e la profondità dello sguardo.
Non sempre si ha il coraggio di affrontare i propri desideri, di dar voce fino in fondo ai propri sogni andando in conflitto con quello che è già stato scritto per noi.
Agata è una ventunenne di buon famiglia, diligente, con un futuro già scritto nell'azienda del padre. Qualcosa però stride in quelle giornate fatte di studio e frequentazioni futili. Quando Agata si guarda allo specchio il suo sorriso ha sempre un fondo di amarezza, qualcosa non permette alla felicità di raggiungere il cuore. Così, come una trasgressione da non rivelare a nessuno, con la sua auto raggiunge i margini di Roma per immergersi nella natura. In perfetta solitudine e con l'odore dell'erba a solleticarle le narici, è facile scordarsi delle dissonanze che sente durante il giorno. In quel bosco basta tirare fuori il suo blocco da disegno e dare sfogo alla sua passione proibita. Proprio lì la sua vita è destinata cambiare per sempre. L'ombra di un uomo si staglia sullo sfondo: enorme, possente, con l'aria di chi non vede un rasoio da molto tempo. La paura dovrebbe attanagliarla, perchè una ragazza sola nel bosco con un uomo con un'aria poco raccomandabile dovrebbe farla fuggire alla velocità della luce. Ma la testa di Agata funziona in modi incomprensibili anche a lei stessa. Qualcosa la tiene ancorata a quell'uomo che non emette alcun suono e la spinge ad andare via.
Come succede con un animale ferito che rifugge la presenza degli altri, Agata, giorno dopo giorno, tenta di avvicinarsi a piccoli passi, invadendo spazi sacri e rompendo solitudini.
Lo scontro è inevitabile: furioso, caldo, animalesco, primitivo. Scambio di pelle, fiato, anima.
Laddove la parola non riesce ad arrivare, saranno i loro corpi a dialogare, a trasmettere tutta la potenza e l'intensità dell'unione di due mondi lontanissimi.
Una giovane ragazza in cerca del proprio posto nel mondo e un uomo che in quel mondo si tiene ai margini. Un "Orso" senza voce che esprime tutta la sua devastante forza attraverso la potenza del proprio corpo e la profondità dello sguardo.
Non sempre si ha il coraggio di affrontare i propri desideri, di dar voce fino in fondo ai propri sogni andando in conflitto con quello che è già stato scritto per noi.
Agata è una ventunenne di buon famiglia, diligente, con un futuro già scritto nell'azienda del padre. Qualcosa però stride in quelle giornate fatte di studio e frequentazioni futili. Quando Agata si guarda allo specchio il suo sorriso ha sempre un fondo di amarezza, qualcosa non permette alla felicità di raggiungere il cuore. Così, come una trasgressione da non rivelare a nessuno, con la sua auto raggiunge i margini di Roma per immergersi nella natura. In perfetta solitudine e con l'odore dell'erba a solleticarle le narici, è facile scordarsi delle dissonanze che sente durante il giorno. In quel bosco basta tirare fuori il suo blocco da disegno e dare sfogo alla sua passione proibita. Proprio lì la sua vita è destinata cambiare per sempre. L'ombra di un uomo si staglia sullo sfondo: enorme, possente, con l'aria di chi non vede un rasoio da molto tempo. La paura dovrebbe attanagliarla, perchè una ragazza sola nel bosco con un uomo con un'aria poco raccomandabile dovrebbe farla fuggire alla velocità della luce. Ma la testa di Agata funziona in modi incomprensibili anche a lei stessa. Qualcosa la tiene ancorata a quell'uomo che non emette alcun suono e la spinge ad andare via.
Come succede con un animale ferito che rifugge la presenza degli altri, Agata, giorno dopo giorno, tenta di avvicinarsi a piccoli passi, invadendo spazi sacri e rompendo solitudini.
Lo scontro è inevitabile: furioso, caldo, animalesco, primitivo. Scambio di pelle, fiato, anima.
Laddove la parola non riesce ad arrivare, saranno i loro corpi a dialogare, a trasmettere tutta la potenza e l'intensità dell'unione di due mondi lontanissimi.
Pareva non ci potesse essere nulla ad accomunare una ragazza alto borghese di città e un uomo dei boschi, ma poi accadeva che ci incastravamo alla perfezione, tanto che non importava più chi o dove fossimo.
Non voglio parlarvi della trama perchè l'ingegno di Anna come autrice va gustato capitolo dopo capitolo. L'acume nel disegnare storie piene di pathos, con delle componenti spiccatamente trasgressive sono una firma d'autore graffiante.
I suoi personaggi sono sempre tridimensionali e rappresentano perfettamente le parti oscure dell'animo umano, quelle che fatichiamo a tirare fuori per paura dei giudizi.
Io volevo che la mia vita fosse eccitante come lo era stata quel pomeriggio, che mi rivoltasse come un calzino e mi mordesse la pancia, anche per questo ero finita distesa su quel tappeto.
Agata sta crescendo, e come una crisalide che si trasforma in una bellissima farfalla, riesce a volare anche se le sue ali si sporcano durante il processo. Il coraggio è il punto cruciale di questa storia. Finchè Agata non prenderà consapevolezza della propria forza, rompendo le catene che la tengono ancorata alla propria luccicante e sicura esistenza, non potrà sbocciare come donna.
Quello che quì chiamerò l'Orso, avrà un ruolo cruciale, perchè darà la possibiltà ad Agata di connettersi con il lato selvaggio della sua anima, quello che vive di fantasie inconfessabili, di paure oscure che si possono ravvisare nei suoi eccentrici disegni.
Lui spinge, prende senza chiedere scusa, depreda, fagocita, e Agata è vittima del fascino lussurioso dell'Orso.
Del resto per questo lo amiamo, perché è imprevedibile e incorreggibile. Tutto sta nell’avere le spalle abbastanza forti da reggere il contraccolpo. Siamo disposti a farci amare in questo modo?
Metafora della propria vita, quel blocco di disegni esprime alla perfezione l'animo di una ragazza appesantito dalle convenzioni, che in alcuni momenti lascia intravedere una forte spinta di vita.
Così come si animano i suoi disegni, così la forza di Agata viene fuori man mano, plasmata dalle abili mani di colui che senza parole è riuscito a dire più di quanto nessun altro avrebbe mai potuto dire nell'arco della sua giovane vita. Anche se continuo a ritenere Giada la mia storia preferita, Agata ha un fascino particolare, diverso dalle precedenti. Quello che adoro di Anna Chillon è proprio questo, non ha mai una storia uguale a se stessa, e ogni trama è un viggio a sè nel mare sconfinato delle emozioni, dei vizi e delle virtù degli esseri umani.
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