lunedì 18 maggio 2020

FALCE, NEAL SHUSTERMAN. Review party.



TITOLO: Falce
AUTORE: Neal Shusterman
SERIE: Arc of a Scythe 1.
EDITORE: Mondadori
PAGINE: 360
PUBBLICAZIONE: 19 maggio 2020 
GENERE: Fantasy Distopico
PREZZO: €  10,99 ebook; 20,00 cartaceo

Un mondo senza fame, senza guerre, senza povertà, senza malattie. Un mondo senza morte. Un mondo in cui l'umanità è riuscita a sconfiggere i suoi incubi peggiori.

A occuparsi di tutte le necessità della razza umana è il Thunderhead, un'immensa, onnisciente e onnipotente intelligenza artificiale. Il Thunderhead non sbaglia mai, e soprattutto non ha sentimenti, né rimorsi, né rimpianti.

Quello in cui vivono i due adolescenti Citra Terranova e Rowan Damisch è davvero un mondo perfetto. O così appare.
Se nessuno muore più, infatti, tenere la pressione demografica sotto controllo diventa un vincolo ineluttabile. Anche l'efficienza del Thunderhead ha dei limiti e non può provvedere alle esigenze di una popolazione in continua crescita. Per questo ogni anno un certo numero di persone deve essere "spigolato". In termini meno poetici: ucciso.
Il delicato quanto cruciale incarico è affidato alle cosiddette falci, le uniche a poter decidere quali vite devono finire. Quando la Compagnia delle falci decide di reclutare nuovi membri, il Venerando Maestro Faraday sceglie come apprendisti proprio Citra e Rowan. Schietti, coraggiosi, onesti, i due ragazzi non ne vogliono sapere di diventare degli assassini. E questo fa di loro delle falci potenzialmente perfette.


In un momento in cui il mondo fa i conti con una Pandemia che ci ha lasciati sgomenti e ha mutato le nostre abitudini costringendoci a fare i conti con la fragile caducità della condizione di esseri umani, leggere Falce di Neal Shusterman è stato illuminante. 
Immaginate un mondo in cui la morte è stata sconfitta. Niente più malattie, niente guerre, niente incidenti o altre cause che pongono fine alla vita degli esseri umani. Il mondo è governato da una grande Intelligenza artificiale, un Thunderhead infallibile, onniscente, capace di prendere le migliori decisioni.
In questa nuova realtà il processo di invecchiamento è reversibile, la natura è stata piegata e non ha più il potere di porre fine alla fine della vita degli esseri umani. Eppure qualcuno deve pur morire, il modo rischia di sovrappopolarsi, così l'infausto, quanto delicato compito della spigolatura (morte) è stato affidato al Sacro Ordine delle Falci.
E proprio una delle falci, il Venerando Maestro Faraday, seleziona due ragazzi, Citra e Rowan affinchè diventino future falci. Peccato che i due ragazzi non vogliono proprio questo ingrato compito, cosa che li rende in realtà i candidati perfetti. 
La storia si snoda così attraverso il cammino del loro apprendistato, un percorso avventuroso e ricco di insidie, durante il quale i due adolescenti si scopriranno, cresceranno e lotteranno per la propria sopravvivenza. 
L'autore ha dato vita ad una storia davvero interessante. Il worldbuilding è una costruzione avvincente e ricca di fascino. Un universo distopico originale, non facile da trovare dal momento che non è uno scenario post-apocalittico in cui il mondo è distrutto, bensì perfetto dal punto di vista della scomparsa di tutti i mali che attanagliano gli esseri umani. Questo è a mio avviso un grande punto di forza. Eppure gli interrogativi che emergono dalla lettura di un mondo divenuto apparentemente perfetto sono molti: a partire dall'idea che la sconfitta della morte la manipolazione di essa porta con sè altri tipi di rischi. Allora è impossibile aspettarsi un mondo perfetto?
Citra e Rowan sono ben caratterizzati e ognuno ha dei tratti distintivi che li connotano come personaggi unici nonostante l'età. Rowan ad esempio è profondamente empatico e vive forte il peso di un impegno di tale portata. Odia l'idea di diventare una falce, ma ancora di più detesta il fatto che sia qualcun altro a farlo, e soprattutto ne sarebbe capace per sempre?

Pensò a come dovesse essere stata la vita nell’Era della Mortalità. Piena di passioni, buone e cattive. La paura che cercava conforto nella fede. La disperazione che dava un senso all’euforia. Si diceva anche che a quel tempo gli inverni fossero più freddi e le estati più calde. Vivere tra la speranza di un ignoto paradiso eterno e la paura di un’oscura vita terrena doveva essere appassionante.

Citra invece è una ragazzina molto arguta e intelligente, senza peli sulla lingua, capace di andare dritta al nocciolo delle cose, dote che ha attirato l'interesse di Faraday. Il suo apprendistato consisterà nell'acquisizione di quell'empatia che un po' le manca, poichè sarà suo compito annunciare le spigolature ai familiari, dimostrando compassione davanti ad una tragedia.

Lo stile di Neal Shusterman è semplice e diretto, coinvolgente. Si inizia a leggere Falce ed è difficile mettere giù il libro, grazie anche ad un andamento sostenuto e dei colpi di scena ben piazzati. Un sacco di tematiche emergono dalla sua lettura: riflessioni sulla vita e sulla morte, su un mondo governato da una entità superiore onniscente e ipercontrollante. 
La cosa che mi ha fatto riflettere è stata anche la percezione che tutta questa perfezione ha regalato sì all'umanità un mondo senza più sofferenze e malattie, ma è come se questo avesse tolto anche lo slancio vitale. Alcuni si muovono attraverso una vita sostanzialmente piatta, altri pur di provare qualcosa arrivano al suicidio, non riuscendo a morire mai veramente. 

Senza la minaccia della sofferenza, non possiamo provare la vera gioia.

Falce, pur indirizzandosi ad una platea young adult, può interessare un pubblico più ampio in quanto pone domande difficili sulle quali riflettere, dilemmi morali che tutti sentiamo nostri. 
Molto interessante anche il rapporto che nasce tra Citra e Rowan e il modo differente di ogni Falce di affrontare il proprio incarico. Non ci son delle linee guida a indirizzare l'operato, se non per i fatto che ogni falce deve redigere un proprio registro e ogni morte deve essere appuntata.
Se avete voglia di fare una lettura fuori dal comune Falce è la storia ideale.

Il mio augurio più grande per l’umanità non è né la pace, né il conforto, né la gioia. No. Quello che auspico è che dentro noi stessi qualcosa muoia ogni volta che assistiamo alla morte di un altro. Perché solo la sofferenza causata dall’empatia potrà permetterci di restare umani. Nessuna versione di Dio potrà mai venirci in aiuto se perdiamo questa capacità. Dal diario delle spigolature del Venerando Maestro Faraday


copia fornita da Mondadori

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