TITOLO: Il regno di rame
AUTORE: S. A. Chakraborty
SERIE: Trilogia Daevabad Vol. 2
EDITORE: Mondadori Oscar Fantastica
PAGINE: 648
PUBBLICAZIONE: 01 marzo 2021
GENERE: Epic Fantasy
PREZZO: € 11,99 ebook; 24,00 cartaceo
La vita di Nahri è cambiata per sempre nel momento in cui ha accidentalmente evocato Dara, un misterioso jinn. Fuggita dalla sua casa al Cairo, si è ritrovata nell'abbagliante corte reale di Daevabad, immersa nelle cupe conseguenze di una battaglia devastante, e lì ha scoperto di aver bisogno di tutto il suo istinto truffaldino per sopravvivere.
Anche se accetta il suo ruolo ereditario, sa di essere intrappolata in una gabbia dorata, controllata da un sovrano che governa dal trono che una volta apparteneva alla sua famiglia: basterà un passo falso per far condannare la sua tribù.
Nel frattempo, Ali è stato esiliato per aver osato sfidare suo padre. Braccato dagli assassini, è costretto a fare affidamento sui poteri spaventosi che gli hanno donato i marid. Così facendo, però, minaccia di portare alla luce un terribile segreto che la sua famiglia ha tenuto nascosto a lungo.
Intanto, nel desolato nord, si sta sviluppando una minaccia invisibile. È una forza capace di portare una tempesta di fuoco proprio alle porte della città. Un potere che richiede l'intervento di un guerriero combattuto tra un feroce dovere a cui non potrà mai sottrarsi e una pace che teme di non meritare mai.
Quando si affronta la lettura di una serie e il primo libro ti ha lasciato un sacco di sensazioni positive, inevitabilmente si ha il timore che gli altri libri non riescano a sostenere il ritmo. La trilogia Daevabad di S. A. Chakraborty, con La città di ottone mi aveva affascinato grazie un intreccio ben orchestrato, personaggi ben delineati e un'ambientazione suggestiva ed esotica.
Il regno di rame, con oltre seicento pagine, ha saputo trasportarmi all'interno di una storia amata, sorprendendomi ancora una volta con una storia ricca di avvenimenti.
Ovviamente non è possibile leggere questo secondo libro se non si è letto il primo, quindi vado tranquilla con la consapevolezza di non fare troppi spoiler. La città di ottone mi aveva lasciata con una gran voglia di leggere il seguito, visto il finale, e nel Regni di rame è facile essere nuovamente risucchiati all'interno della storia. Le tensioni tra djinn, shafit e Daeva continuano ad aumentare, mentre ritroviamo Nahri sposa di Muntadhir, fratello maggiore di Ali, un'unione non certo d'amore ma una mera alleanza politica, cosa che la fa sentire profondamente sola, nonostante Muntadhir la tratti con un certo rispetto. Ma le origini di Nahri non sono dimenticate e a corte la sua presenza è non di certo incensata.
Ali, invece, esiliato ad Am Gezira per alto tradimento, usa i suoi nuovi poteri nell'individuare acque sotterranee e nel frattempo costituisce alleanze, poichè qualcuno trama per fare in modo che Ali ritorni a Daevabad.
Nel frattempo Dara, la cui esistenza credevamo finita, viene riportato in vita.
I tre protagonisti, inizialmente vivono esistenze parallele, mostrando come le scelte fatte abbiano inciso nel loro futuro in maniera differente, fino al momento in cui i reciproci destini non si intrecceranno ancora.
Non si smette di combattere una guerra solo perché si perdono delle battaglie, Alizayd. Si cambia tattica.
Il regno di rame ha una trama avvincente, ricca di intrighi, magia, creature fantastiche e lotte politiche. Un epic fantasy in cui il world-building assume caratteristiche sempre più definite e affascinanti. S. A. Chakraborty è abile nelle descrizioni che, pur essendo ricche di dettagli, non rallentano il ritmo ma contribuiscono nel creare un'esperienza immersiva con un mondo fantastico ricco di colori, profumi e tradizioni. La mescolanza di culture e tradizioni è resa in modo vivido, con una scrittura elegante ed evocativa, così come l'alternanza di scene intense e crudeli con altre più leggere e irriverenti.
Già nel primo libro abbiamo potuto vedere le svariate tematiche affrontate nella trilogia Daevabad: il pregiudizio, la religione, la discriminazione razziale, ma nel Regno di rame attraverso gli intrighi politici, l'autrice mette ancora di più in evidenza come un regno abitato da diverse tribù, nel corso dei secoli non abbia creato un'amalgama di culture differenti, ma una serie di tensioni destinate ad esplodere violentemente. L'integrazione è un miraggio, mentre il pregiudizio e l'oppressione non possono che dare il via ad una guerra sanguinaria.
I personaggi non sono mai banali, ma profondi e ricchi di tormenti interiori che fanno emergere una conflittualità non solo nei confronti degli altri, ma anche con se stessi.
I sentimenti provati da Nahri, Ali e Dara sono più complessi e tormentati e hanno tutti delle caratteristiche che non li rendono mai totalmente buoni o totalmente cattivi. I nostri protagonisti, e soprattutto Nahri, crescono molto, si scontrano con parecchi drammi e spesso dalle loro decisioni dipendono i destini di interi popoli.
Complesso e ricco nelle relazioni e negli intrecci, Il regno di rame è una tappa imprescindibile se avete amato La città di ottone, così come lo sarà l'ultimo capitolo della serie.
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