giovedì 9 settembre 2021

LA BESTIA, A. ZAVARELLI. Recensione.

 

TITOLO: La Bestia
AUTORE: A Zavarelli
SERIE: Grey Eagle Publication
PAGINE: 388
PUBBLICAZIONE: 9 settembre 2021
GENERE: Dark romance
COSTO: € 6,99 ebook; € 13,99 cartaceo

Un tempo, credevo nelle favole.
Ma poi, mi ha presa.
E mi ha insegnato che la vita non è una fiaba.
È sfregiato. Devastato.
Una cosa oscura e selvaggia.
La sua bellezza è violenta, e le sue parole sono crudeli.
Il suo cuore è un paesaggio buio, dove nulla può crescere.
Dice che non potrà mai prendersi cura di me, e lo dimostra ogni giorno.
Ha distrutto la mia vita.
Mi ha torturata.
E peggio ancora...
Mi ha addestrata a supplicare per il suo affetto.
Questa prigione è un luogo dove non batte mai la luce del sole.
Mi ha insegnato che l’odio nasce nell’oscurità.
E poi, mi ha spiegato che a volte anche l’amore può nascere lì.


Da parecchio tempo ero curiosa di leggere un libro di A. Zavarelli. Come appassionata del genere dark romance avevo letto pareri molto positivi sulle sue storie, così ho colto al volo l'occasione della pubblicazione della Bestia.
Purtroppo qualcosa tra me e la storia non è andata e forse io e A. Zavarelli abbiamo cominciato col piede sbagliato.
Sostanzialmente si tratta di un retelling, in chiave dark e rapture, della favola de La bella e la bestia. Isabella è un uccellino in gabbia. La sua voce l'ha resa famosa ma anche prigioniera. La sua carriera di cantante è esplosa velocemente, ma l'ha anche legata ad un manager che non fa altro che approfittarsi di lei e della sua inesperienza. Vuota e lontana dal vero significato che ha per lei la musica, affronta ogni giorno con fatica, e a questo si aggiunge il peso dalla paura per la scomparsa del padre.
Non è certo la prima volta che l'uomo scompare a causa del suo particolare lavoro, ma stavolta sembra diverso, sembra più pericoloso.
Alla ricerca di risposte, Isabella inizia a scavare nella vita del padre, finendo con l'imbattersi in qualcuno che le cambierà la vita.
Oscurità e terrore. L'interno di una gabbia che stavolta è reale e non solo immaginaria. Isabella è stata rapita e il suo aguzzino è colui il cui nome ha sempre risuonato tra le pareti di casa, ma non ha mai avuto il permesso di incontrare: Javier Castillo.
Questa è la storia di una vendetta, di un uomo distrutto, sfregiato nel corpo e nell'anima che finalmente ha l'occasione di vendicarsi dell'uomo che che ha rovinato la sua esistenza.
Solo che Javi non aveva messo in conto che la sua Bella avrebbe scavato dentro di lui, mutando ancora la sua mente e i suoi piani.
La Bestia ha il classico plot del dark romance in cui il mostro rapisce la ragazza ingenua per poi finire imbrigliato in qualcosa di inaspettato. E fin qui, nulla di strano, rispetto ad altre storie dello stesso tipo. Mi piace il genere e so bene in cosa mi imbatterò una volta iniziata la lettura. Questo non mi esime però dallo sperare in una costruzione psicologica dei personaggi articolata che giustifichi uno scenario aggressivo e violento.
La dinamica che si è instaurata tra i due protagonisti è quella tipica della relazione tra vittima e rapitore. Javi è un vero mostro, un assassino addestrato nel peggiore dei modi da una misteriosa agenzia che lo ha reso un sadico. A Bella, alla sua Bella, non risparmia nessun tipo di azione cruenta con l'intento di spezzarla, di renderla come un vero e proprio animale in cattività incapace di fuggire dal proprio aguzzino. Accade così che i sentimenti di Bella siano confusi, mescolando odio e riconoscenza, allo stesso modo in cui Javi somministra tortura e sollievo. Lui è il mostro e lui è il salvatore, la luce e l'oscurità, la malattia e la cura.
Solo che ad un certo punto i ruoli si capovolgono e il faro viene puntato Javi, sul suo passato e l'inferno che lo ha reso un mostro. Comprendo questo passaggio nell'ottica di un approfondimento psicologico del personaggio che non rimanga sterile, ma ho avuto come l'impressione che, ad un certo punto, tutte le azioni nei confronti di Bella fossero giustificate, per costruire mostro da commiserare.
Dov'è finito l'odio per le torture, le vessazioni, le umiliazione, le violenze? Se davvero si è trattato di manipolazione, doveva scomparire una volta allontanata Bella dalla fonte del suo male.
Invece, povero Javi, ma Bella?
L'intento era dunque quello di dimostrare che anche in Bella c'è dell'oscurità e che la follia è giustificata da un passato fatto di brutalità? Non mi convince!
Le interazioni tra Javi e Bella non mi hanno coinvolta più di tanto, le ho trovate spesso frettolose e prive di tensione emotiva.
La parte finale comincia ad avere un intreccio interessante, ma alcune questioni vengono liquidate troppo rapidamente.
Beh, credo di aver cominciato da libro sbagliato di A. Zavarelli.



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