Kitty Talbot ha bisogno di una fortuna. O meglio, ha bisogno di un marito che possieda una fortuna. È il 1818, dopotutto, e solo gli uomini hanno il privilegio di poter accumulare ricchezze. Abbandonata dal fidanzato tre mesi prima del matrimonio, senza soldi per pagare i debiti di gioco di suo padre, è destinata, con le sue quattro sorelle, a una rovina sicura. Ma Kitty non si è mai tirata indietro di fronte alle sfide e decide di affrontare il campo di battaglia più pericoloso di tutti: la Stagione londinese, il periodo dell'anno in cui avviene il debutto in società. Sa bene che il rischio fa parte del gioco ed è assolutamente risoluta a trovare uno scapolo ricco per salvare la famiglia Talbot dalla miseria. Ha solo dodici settimane di tempo e deve usare ogni grammo di astuzia e ingegno che possiede. L'unica cosa che non prevede è Lord Radcliffe. Da vero uomo di mondo, Radcliffe vede Kitty per la cacciatrice di fortune che è in realtà, ed è determinato a mandare all'aria i suoi piani a tutti i costi. Ma il destino ha altri progetti.
Cavalcando l'onda Bridgerton ho notato un rinnovato interesse per l'historical romance di ispirazione regency. La cosa non può che farmi piacere, dal momento che ho sempre adorato questo genere di letture e il fatto che anche altri si appassionino contribuisce a sdoganare un tipo di lettura ritenuto un po' marginale.
Manuale per signorine in cerca di un marito (ricco) è una storia leggera, piacevole, con una protagonista fantastica che è riuscita a catturare la mia attenzione dalla prima all'ultima pagina.
Kitty Talbot si trova in una situazione scomoda. I suoi genitori sono morti a causa di una malattia e hanno lasciato lei e le sorelle in un mare di debiti. Quando il promesso sposo di Kitty la lascia improvvisamente la catastrofe è assicurata? Come farà a garantire ancora un tetto sulla testa alle sue sorelle?
Per Kitty è il momento di pensare ad un piano "b" che prevede lei e un uomo ricco da accalappiare. La Stagione londinese è alle porte e quale miglior terreno di caccia se non quello? La sua meta è chiara e il compito arduo, con un tempo che ha una breve scadenza, ma l'astuzia e la bellezza di Kitty la porteranno presto all'attenzione di un giovane rampollo che è deciso a sposarla. Cosa potrebbe andare storto? Beh, l'arrivo di Lord Radcliffe rimescola un po' le carte, dal momento che l'uomo intuisce subito i secondi fini di Kitty nei confronti di suo fratello Archie e farà di tutto per evitare che si consumi questo matrimonio di interesse.
Tra scontri, battute affilate, ricatti e scambi di favori, il rapporto tra Lord Radcliffe e Kitty prenderà strade inaspettate.
Al di là della prevedibilità riguardanti alcuni aspetti della trama, Sophie Irwin scrive una storia che vale la pena leggere per la particolare caratterizzazione della sua protagonista.
Le storie ambientate nel 1800, sono solite disegnare giovani fanciulle in difficoltà, talvolta vittime dei costumi dell'epoca e di una condizione che relegava la donna ad un ruolo marginale nella società.
Per certi versi anche Kitty è vittima della sua epoca, ma per la prima volta assistiamo ad una ragazza il cui intento è accaparrarsi una dote e per farlo deve necessariamente passare per un matrimonio con un uomo facoltoso.
Kitty è molto intelligente, macchinosa, spregiudicata, ma non ho mani avuto un attimo in cui mi risultasse antipatica. Anche lei nutre in fondo al cuore un'idea di amore romantico, ma il senso di lealtà e l'amore per la sua famiglia sono sempre al primo posto. Pur di dare un futuro dignitoso alle sorelle è disposta a sacrificarsi con un matrimonio di interesse.
Nell'ambientazione ritroverete tutti i cardini della letteratura regency con le sue stagioni, le regole sui corteggiamenti, i carnet di ballo da riempire, l'etichetta rigida di una Londra che non ammette défaillance in società, pena esclusione e povertà.
Vaghe ispirazioni austeniane avvolgono la storia di Kitty e Lord Radcliffe, senza la pretesa di eguagliare il grande classico della letteratura.
Una storia che ho adorato e letto voracemente, sull'amore che non può essere pilotato, sui legami famigliari, che consiglio agli appassionati e non del genere.
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