TITOLO: Pietro di Pietra
AUTORE: Rosela Guglielmetti
EDITORE: Garzanti
PAGINE:384
PUBBLICAZIONE: 19 aprile 2024
GENERE: Narrativa per ragazzi
PREZZO: € 8,99 ebook- 16,00 cartaceo
Pietro ha dieci anni e sa di non essere un bambino come gli altri. Lo sa da quando in fasce e sua mamma lo ha chiamato «barattato». Secondo lei, il suo vero figlio è stato scambiato con un folletto del Piccolo Popolo della Montagna. Forse è colpa dei suoi capelli gialli come paglia o del naso schiacciato come un bottone o degli occhietti che assomigliano all'uvetta, fatto sta che quel nomignolo gli è rimasto attaccato come resina di pino. Anzi, anche gli abitanti del paese e gli altri bambini lo prendono in giro, ad eccezione di Nilde, la figlia sorda del tagliaboschi. Grazie all'amica, Pietro è felice perché inventa per lei storie sulla montagna che racconta con i gesti. Fino al giorno in cui arriva in paese un Orologiaio che minaccia di portarlo via con sé. Pietro, allora, decide di farsi forte come pietra e di scappare via, nei boschi che sono stati il suo rifugio, nonostante il cuore gli batta forte forte perché ha paura di incontrare i temibili Folletti. Ma tra gli alberi si cela un segreto. Lì, Pietro scopre che il Piccolo Popolo esiste, solo che è molto diverso da come se lo immaginava… Forse, finalmente, ha trovato qualcuno che gli vuole bene e lo accetta così com'è. Età di lettura: da 8 anni.
Leggere questa storia è stata una vera coccola per l'anima, a riprova del fatto che la narrativa per ragazzi è in grado di suscitare grandi emozioni a non solo ai più piccoli, ma anche ai grandi.
Rosala Guglielmetti ha creato una storia piena di sensibilità con dei messaggi importanti sulla diversità e sull'unicità di ogni persona, sul rispetto degli altri e sul valore dell'amicizia.
Sin dalla nascita, il piccolo Pietro è stato considerato diverso. La sua mamma non lo accetta, il suo aspetto è così bizzarro che la donna rifiuta l'idea che sia veramente suo figlio, coltivando la convinzione che sia un "barattato", vale a dire un bambino scambiato dai Folletti della Montagna.
Immaginate cosa significhi per Pietro crescere in un ambiente pieno di disamore, disconosciuto dalla sua stessa madre, deriso dai fratelli e da tutta la comunità, relegato in una solitudine assordante.
Ma è proprio quel silenzio che permette a Pietro di affinare doti speciali di connessione con la natura, mista con un'intelligenza acuta e una sensibilità spiccata.
Sua unica amica è Nilde, la figlia sorda e muta del tagliaboschi, che con lui condivide un vissuto di emarginazione. Con lei non è necessaria la voce, basta sapere ascoltare i silenzi.
Il destino di Pietro cambia quando la madre muore improvvisamente, rivelandogli un segreto, mentre il padre cercherà di venderlo al misterioso Uomo con l'Orologio. Unica soluzione è fuggire, inoltrandosi in quei boschi pieni di mistero, che tanto ama.
Lì scoprirà una realtà diversa da quella che immaginava, più bella e sorprendente, accogliente e mai giudicante.
Pietro di pietra porta in sè un grande messaggio di accettazione e da insegnante ho notato come l'autrice sia stata nel mondo dell'insegnamento. C'è molta attenzione alla valorizzazione della diversità vissuta come unicità, al rispetto dell'altro, all'esaltazione dei talenti di tutti e di ciascuno.
Pietro è un bambino che fa paura e la reazione a questo sentimento è sempre l'allontanamento. Per giustificare la marginalizzazione poi, si tende a esternalizzare la colpa, così Pietro è così brutto che deve essere stato scambiato dai folletti, gli eventi avversi della natura sono causati dalla collera dei Folletti e così via.
Ho amato questa storia, scritta con semplicità ma ricca di insegnamenti. Pietro è un bambino buono che non si è lasciato incattivire dai continui rifiuti ed è in grado di perdonare. Crescere con una madre che ti ricorda sempre che non sei suo figlio non deve essere stato facile, ma nel suo cuore non c'è spazio per l'odio.
Una fiaba che ha il fascino intramontabile delle storie antiche e senza tempo, con tutti gli elementi legati alla tradizione del genere, quelle che da piccola leggevo e mi facevano perdere in mondi immaginari.
Nessun commento:
Posta un commento