martedì 6 febbraio 2018

IL SEGNO DELLA CROCE, GLENN COOPER. Recensione.

TITOLO: Il segno della croce
AUTORE: Glenn Cooper
EDITORE:Nord
PAGINE: 416
PUBBLICAZIONE: 7 novembre 2016 2018
GENERE: Thriller 
PREZZO: € 14,90 cartaceo; 2,99 ebook

 Intorno a loro, si apre l’infinito deserto di ghiaccio e vento dell’Antartide. Dopo ore di faticoso cammino, il gruppo di uomini raggiunge il punto segnato sulla mappa. E lo individuano: l’ingresso di una caverna scavata decenni prima da chi li ha preceduti in quel continente disabitato. Quando entrano, in religioso silenzio, si trovano davanti un museo ideato per conservare reperti che il mondo crede perduti per sempre. Ma quegli uomini sono arrivati lì per due oggetti soltanto. E adesso li stringono tra le mani. Ne manca ancora uno, poi l’alba di una nuova era sorgerà sul mondo.
In un piccolo paese dell’Abruzzo, un giovane sacerdote si alza dal letto. Il dolore è lancinante. La fasciatura intorno ai polsi è intrisa di sangue. Con cautela, il prete scioglie le bende. Le sue suppliche non sono state esaudite, le piaghe sono ancora aperte. Il sacerdote chiude gli occhi e inizia a pregare. Prega che gli sia risparmiata quella sofferenza. Che gli sia data la forza di superare quella prova. E che nessuno venga mai a conoscenza del suo segreto.

Una ricerca iniziata quasi 2000 anni fa e giunta solo oggi a compimento. Un’ossessione sopravvissuta alla guerra che segnerà il destino di tutti noi. Una storia la cui parola «fine» sarà scritta col sangue...



Glenn Cooper torna con una nuova avvincente storia che vi lascerà letteralmente senza fiato.
La narrazione si snoda attraverso una sorta di viaggio nel tempo percorre varie epoche, a cominciare dalla Palestina del 327 d.C., quando la madre dell'imperatore Costantino, sfida ogni tradizione romana, guidando gli scavi che porteranno a ritrovare i chiodi che hanno sostenuto sulla croce, Cristo.
Il viaggio continua, ruotando attorno agli oggetti sacri che ne testimoniano la morte per crocifissione, fino ai nostri giorni, passando per l'epoca nazista e post-nazista, quando una spedizione, guidata da una società segreta formata da adepti del terzo Reich, ritrova in antartide altri oggetti sacri.




Come uno spot cinematografico che si sposta da una scena all'altra, ci ritroviamo poi, in Abruzzo, dove un giovane prete, vive la propria croce personale: le sue mani sono segnate da profonde stigmate, che lui tenta in ogni modo di nascondere, ma con scarso successo. Il clamore creatosi attorno ad un fenomeno così delicato e che ha smosso orde di fedeli, smuove l'interesse anche delle alte sfere religiose.
E qui entra in gioco il nostro protagonista, Cal Donovan, un professore di Teologia alla Harvad University esperto in storia della religione, che viene incaricato dal Papa di accertare la veridicità delle piaghe di Giovanni Berardino, il padre con le stigmate.
Inizia allora un viaggio che non sarà solo geografico, ma anche interiore, che metterà Cal al centro di un complotto, il cui esito potrebbe cambiare le sorti del mondo.




Che dire di questa magnifica storia? Mai mi sarei aspettata di essere travolta dagli eventi, tanto da non riuscire a staccarmi dalle pagine.
Gli ingredienti ci sono tutti (suspense, tensione, tematiche religiose e approfondimenti storici) e sono egregiamente dosati e mescolati tra loro, dando vita ad una storia equilibrata che tiene il lettore in un costante stato di tensione che spinge a proseguire la lettura.
Lo stile di Glenn Cooper è avvincente. L'intersecarsi di diversi piani temporali, che di solito non mi sono congeniali, sono magistralmente gestiti dall'autore e costituiscono una caratteristica peculiare che arricchisce una trama di per se ben articolata.
Un vero viaggio nel tempo che mostra tutta la profonda conoscenza e la ricerca bibliografica di Cooper autore.
I tema di fondo affascina l'uomo dalla notte dei tempi: la ricerca dei feticci della fede, il sacro graal che ogni cristiano vorrebbe possedere, la prova delle immense sofferenze inflitte al Cristo che si trasfigurano nelle stigmate ricevute da Giovanni da Berardino.
Lo sguardo del protagonista, il disincantato Cal Donovan, riflette un certo atteggiamento dell'autore: un mero narratore di eventi, che non mostra nessun intento esplicativo.
Narrare, mostrare e non interpretare, per lasciare al lettore tutto il potere insito nella parola: quello di entrare in modo diverso nella mente di ognuno, creare dell idee indipendenti e farsi trasportare dagli eventi, senza influenza alcuna.
Un romanzo che non potete perdere.



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