martedì 9 giugno 2020

FIGLI DI VIRTÙ E VENDETTA, TOMI ADEYEMY. Review oarty.



TITOLO: Figli di virtù e vendetta
AUTORE: Tomi Adeyemi 
Serie: L'eredità di Orisha 2EDITORE: Rizzoli
PAGINE: 552
PUBBLICAZIONE: 9 giugno 2020
GENERE: Fantasy YA
PREZZO: €  9,90 ebook; 18,00 cartaceo

Dopo aver combattuto contro l'impossibile, Zélie e Amari sono finalmente riuscite a far rivivere la magia a Orïsha. Ma il rituale per risvegliarla si è rivelato più forte di quanto avrebbero potuto immaginare, e ha riportato alla luce non solo i poteri dei maji, ma anche quelli dei nobili che avevano della magia nel loro sangue.

Ora Zélie deve lottare per unire i maji in una terra dove il nemico è potente quanto loro.
Quando reali ed esercito stringono una mortale alleanza, Zélie deve tornare a combattere per assicurare ad Amari il trono e per proteggere i nuovi maji dall'ira della monarchia.
Ma con la minaccia di una guerra civile all'orizzonte, Zélie si trova a un punto critico: dovrà trovare un modo per riunire il regno oppure lasciare che Orïsha venga distrutta da se stessa.


Aspettavo con ansia il secondo capitolo della meravigliosa serie fantasy scritta da Tomy Adeyemi. Figli di virtù e vendetta arriva a due anni dalla pubblicazione del suo primo capitolo e ammetto che inizialmente ho fatto un po' di fatica a riconnettermi con i personaggi, ma una volta preso il via non mi sono più fermata.
«Pensavo che le cose sarebbero migliorate.»
«La magia avrebbe dovuto migliorare le cose.»
Finalmente la magia rivive a Orïsha, ma a quale prezzo? Baba è morto e oltre alla magia dei maji è stata risvegliata anche un'altra magia, più pericolosa perchè libera, quella dei tîtán. Contrassegnati da ciocche di capelli bianchi, i tîtán sono apparsi dopo il rito, tra i nobili e i militari con una magia simile a quella dei maji. Le loro capacità sono però grezze e potenti e non hanno bisogno di formule.
Tutto sembra essere peggiorato, quella magia tanto cercata e faticosamente riconquistata sembra distruggere tutto il regno.
Ma c'è una battaglia ancora più dura ad attendere i nostri eroi e soprattutto 
Zélie, per salvare il regno e porre fine a tanta crudeltà.
Ancora una volta leggiamo le voci dei personaggi amati in Figli di sange e ossa. Zélie è una guerriera che combatte ferocemente per la sua comunità, ma è anche un personaggio vulnerabile, piena di sensi di colpa che ho trovato a volte egoista e troppo chiusa nelle sue posizioni. Ha ancora negli occhi e nella mente l'orrore del genocidio, il dolore per la perdita di persone importanti, ma nonostante tutto deve trovare la forza per lottare e portare Amari al trono che le spetta. 

Ho avuto sentimenti contrastanti nei confronti di Zélie; comprendo il dolore per ciò che ha passato, ma alcune scelte le ho trovate davvero poco pensate.
Il fratello di Zélie, Tzain, invece è un personaggio che mi è piaciuto di più. Gentile e diviso tra i sentimenti che prova per Amari e la lealtà verso sua sorella, alla quale non farà mai mancare il suo sostegno.
Figli di virtù e vendetta è permeata da sentimenti intensi quali il desiderio di vendetta, rabbia per il tradimento e sensi di colpa e la paura di aver dato origine a qualcosa di ingestibile. Atmosfere cupe acutizzate dalla guerra che imperversa tra le sue pagine. Un'avventura epica piena di battaglie sanguinose, tradimenti e bagni di sangue. 
Personaggi che in misura diversa ardono di odio e sono immersi in guerre feroci che sembrano non avere mai fine.
«Siamo i figli degli dei.» Sollevo il mento. «Se qualcuno fugge, non saremo noi a farlo.» Penso a tutta la sofferenza causata dai nostri sovrani. Ai corpi che hanno sacrificato. La magia non è mai stata il problema del regno. La monarchia lo è.

Ho letto una profonda accusa alla concettualizzazione della monarchia. In una guerra non ci sono mai parti che hanno completamente torto o completamente ragione. Quando in ballo c'è la conquista del potere, la sete di vendetta, si finisce per perdere di vista ogni intento nobile e si compiono gli stessi errori dei nemici che si combattono. 

Non mancano i momenti di romanticismo, ma sono comunque oscurati dall'azione.
La costruzione che la Adeyemi fa del worldbuilding è sempre affascinante, così come tutta la magia che vi ruota attorno.
Sostanzialmente questo secondo libro mi è piaciuto, ma rispetto al primo manca quel guizzo che ingabbia il lettore. Personalmente è stato credo un problema di trama, meno consistente rispetto a Figli di sangue e ossa. Sentivo di non riuscire a cogliere l'andamento degli eventi e dove l'autrice mi volesse condurre.
Da alcuni, Tomi Adeyemy è stata definita la nuova Rowling. Insomma, io ci andrei cauta con i paragoni, perchè siamo ancora lontani, nonostante l'autrice sia stata capace di creare una storia originale con degli influssi suggestivi e una mescolanza di razze che non è facile da incontrare negli altri fantasy.


copia fornita da Mondadori


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