lunedì 27 settembre 2021

GELOSIA, JO NESBØ. Recensione.

TITOLO: Gelosia
AUTORE: Jo Nesbø
EDITORE: Einaudi (Stile libero Big)
PAGINE: 264
PUBBLICAZIONE: 7 settembre 2021
GENERE: Narrativa contemporanea/thriller 
PREZZO: € 17,50 cartaceo, € 9,99 ebook

Due fratelli gemelli coinvolti in un triangolo amoroso e un detective, specializzato in casi criminali che hanno la gelosia come movente, chiamato a sbrogliare la questione. Il profondo e improvviso legame tra due passeggeri su un volo per Londra che potrebbe essere l’inizio di una relazione o di qualcosa di molto piú sinistro. Uno scrittore di successo che si ritrova vittima dell’ossessione altrui e riesce a cavarsela grazie al suo talento nel raccontare. Una donna che approfitta della pandemia per vendicarsi di un crimine subito e, insieme, della vita. Storie di uomini feroci, di amanti privi di scrupoli, di destini implacabili. Nell’atmosfera ossessiva e perturbante del maestro del crime scandinavo.

«Il mio angelo nero della morte, la chiamavo. Scherzando dicevo che sarebbe stata la causa della mia morte violenta, che uno dei suoi ammiratori fanatici avrebbe provveduto a togliermi di mezzo. Ma nel mio intimo temevo di piú che un giorno si sarebbe innamorata di uno di quei corteggiatori importuni. Come ho appena detto, sono un uomo mediamente geloso».

Jo Nesbø torna in libreria con Gelosia, una raccolta di racconti il cui tema centrale non poteva non solleticare il mio interesse. Attuale e ricco di spunti di riflessione, Gelosia è un libro che ho imparato ad apprezzare strada facendo. Non è stato amore a prima parola, ma più che altro un lento e progressivo avvicinarsi alle varie umanità che l'autore mette in scena.
Il suo è un palco che mostra personaggi molto diversi tra loro ma tutti hanno una cosa in comune: la gelosia.
C'è un uomo che uccide per lavoro e puntualmente si innamora delle donne cui toglie la vita; due gemelli in lotta per l'amore di una donna e un detective che sa specchiarsi negli occhi di assassini per valide ragioni; un uomini che hanno problemi nel controllare la propria rabbia o non accettano di perdere la propria donna etc...
In ogni racconto, breve o lungo che sia, Jo Nesbø ci mostra con fredda inflessibilità, quella tipica della penna degli autori nordici, come la passione abbia una sottile linea di demarcazione che la separa dall'illecito.

La gelosia non ha un né un odore, né un colore, né un suono particolare. Però ha una storia. E proprio ascoltando quella storia, sia il detto che il taciuto, riesco a stabilire se mi trovo davanti a un animale disperato, ferito. Ascolto e capisco. Capisco perchè cerco di sentire me stesso, Nikos Balli. Capisco perchè sono anch'io un animale ferito.

E' il ritratto amaro di come gli uomini sentano l'amore come possesso, vivendo la donna come proprietà, giustificando ogni azione becera.
Altra cosa che mi ha lasciata con una profonda sensazione di straniamento è come sia facile che l'aguzzino riesca ad ottenere solidarietà e giustificazioni, simpatizzando con altri uomini di pari caratura morale.
Emblematico è il caso del detective, chiamato l'uomo della gelosia, che riesce a scovare gli omicidi con movente passionale perchè lui stesso è vittima di quella malattia, di quella furia accecante che ti trasforma in un essere fatto solo di puro istinto predatorio senza alcune ragione.
Oppure, come Ivar, che nel racconto intitolato Spazzatura, trova pieno sostegno e giustificazioni pseudoscientifiche riguardo agli squilibri biochimici che la sua mente subisce quando è messo sotto pressione.
Ovviamente in tutti i casi sono le donne ad essere le colpevoli, a mancare di qualche cosa che muove sentimenti di vendetta, ad essere disoneste, a spingere l'uomo all'estremo.
E avevo visto l'effetto della droga delle lusinghe: vanno contenute, per evitare che la donna si abitui a riceverne una quantità impossibile da mantenere per un marito o un capo. 
Ho avuto come l'impressione che Jo Nesbø abbia voluto dare vita a quel mostro verde che avvelena l'anima e toglie ogni ragione, trattandolo come un vero e proprio personaggio trasversale con caratteristiche differenti ma che conduce ai medesimi deliri.
Non un'accusa, non un'invettiva nei confronti della violenza generata dalla gelosia, ma una fotografia amara di situazioni, alcune realistiche e aberranti, altre più estremamente fantasiose.
Forse mi aspettavo qualcosa di diverso, un racconto più lungo invece di tanti piccoli frammenti, ma Gelosia si è rivelata comunque una lettura interessante. Alcuni racconti mi sono piaciuti più di altri. In certi momenti in cui l'autore si è perso, a mio avviso, in un puro esercizio stilistico, la trama trama langue ed anche il ritmo.
Tinte oscure, gelide e angoscianti: Personaggi poco edificanti con finali che lasciano l'amaro in bocca per quanto sono agghiaccianti.
Un narratore d'eccellenza per delle storie freddamente reali.

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