domenica 24 ottobre 2021

BIGLIETTO BLU, SOPHIE MACKINTOSH. Recensione.

 

TITOLO: Biglietto blu
AUTORE: Sophie Mackintosh
EDITORE: Einaudi (Supercoralli)
PAGINE: 304
PUBBLICAZIONE: 7 settembre 2021
GENERE: Distopico 
PREZZO: € 18,50 cartaceo, € 9,99 ebook

Da bambina, molto prima che le fosse consegnato il biglietto blu che porta nel medaglione, Calla conosceva già le regole della lotteria. Quando arrivano le prime mestruazioni, le ragazze sono convocate per estrarre il proprio biglietto: bianco significa matrimonio e figli; blu, invece, tutto il resto. Da quel momento le due categorie conducono esistenze separate. L'assegnazione della sorte è legittima e inappellabile. Ora che è una donna adulta, con una solida carriera e una vita sociale tanto intensa quanto fatua, Calla sospetta che le possibilità promesse alle biglietto-blu non siano poi così sconfinate e allettanti. Da un po' di tempo pensa sempre più spesso – e con bramoso trasporto – a carrozzine, latte caldo e manine paffute di bebè. Nonostante la maternità sia appannaggio esclusivo delle biglietto-bianco, e non abbia quasi nessuna conoscenza in merito, Calla sente che nel suo corpo si agita un sentimento oscuro, un desiderio accecante che mostra un'unica, rischiosa, strada percorribile. E proibita. Quando la sua gravidanza clandestina viene scoperta, Calla è costretta alla fuga. Con i pochi oggetti di un kit di sopravvivenza come unico bagaglio, questa sovversiva biglietto-blu intraprende un viaggio spericolato per non rinunciare al diritto di diventare madre. Presto si accorge anche di non essere sola nella sua lotta. Sul cammino, infatti, Calla incontra altre donne che, come lei, non vogliono arrendersi a un destino imposto e si ribellano servendosi dell'arma più potente: la scelta.

Sophie Mackintosh, con Biglietto blu, scrive di una distopia che offre parecchi spunti di riflessione sulla libertà di scegliere, sul potere di determinare il proprio destino invece di affidarsi al fato.
Nel mondo immaginato dall'autrice la vita delle donne è decisa dal fato non appena queste raggiugono il menarca. Il giorno stesso della sua prima mestruazione, infatti, Calla viene portata nella sede di una fantomatica lotteria, per estrarre il suo biglietto.
Il colore del biglietto determinerà il futuro corso della sua esistenza in maniera irrevocabile. Il colore dei biglietti è di due tipi: bianco per coloro che diverranno moglie e mamme, blu per coloro che perseguiranno una vita votata alla carriera. Cosa c'è di ancora più inquietante? Chi estrae il biglietto blu non avrà mai la possibilità di diventare madre e viene tenuta separata da chi ha il biglietto bianco. Dal giorno dell'estrazione viene loro inserita una spirale e assegnato un medico personale che controlla lo stato fisico e psicologico del paziente. Una sorta di grande fratello, travestito da medico.



Calla ha estratto il biglietto blu e pur non comprendendo bene a cosa sta andando incontro, accetta il suo destino con freddo distacco, sicura del fatto che sia quella la strada giusta per lei. In fondo le viene continuamente ripetuto quanto è fortunata ad aver estratto il biglietto blu, che questo le permetterà di vivere una vita piena, realizzarsi, sperimentare, non negarsi nessun piacere.
Succede però che in Calla, ad un certo punto, qualcosa si rompe e una voglia di qualcosa a cui non dovrebbe nemmeno pensare si fa avanti. Calla rimane incinta, ma la sua condizione non può essere accettata e per riuscire ad avere il suo bambino dovrà fuggire, nascondersi, lottare contro il sistema.
La fuga le permette, inoltre, di fare una scoperta ancora più interessante perchè esistono altre donne come lei che hanno deciso di rompere gli schemi e sfidare il destino imposto dalla lotteria.
Biglietto blu è una storia dai risvolti interessanti che non ha deluso le mie aspettative nonostante in alcuni momenti la lettura mi sia risultata un po' ostica.
Una scrittura fredda, asettica, tagliente, distaccata, quasi alienante quella di Sophie Mackintosh, ma che descrive perfettamente il personaggio di Calla.
La protagonista non risulta simpatica, difficile provare empatia, ma credo che l'obiettivo dell'autrice non sia stato quello di descriverla in modo da provare compassione o per lei. Calla è sempre piuttosto fredda e calcolata. Il racconto affidato alla sua voce risulta sempre un po' disconnesso rispetto a quello che le accade, ma questo non significa che non sia capace di slanci di ribellione o visioni critiche rispetto al destino che le è stato assegnato.
I riferimenti riguardanti le ambientazioni sono vaghe e questo ha contribuito ad aumentare il clima di inquietudine generale che ho avvertito durante la lettura. Luoghi asettici, personaggi ipercontrollanti, spazi di manovra inesistenti, nascosti dietro l'ingannevole promessa di una libertà regalata da un colore che non è bianco.
Una distopia che affronta un tema molto attuale e dalle mille sfaccettature: quello della libera scelta e del libero arbitrio contrapposto al caso. Quanto poi sia casuale la fantomatica lotteria è tutta da vedere, visto che ogni ragazza è studiata nei minimi particolari per poi essere continuamente imbeccata sulla bontà della sua sorte dai medici assegnati.
Uno spaccato molto reale di quello che accade spesso a noi donne all'interno di una società che sembra dividere in compartimenti stagni, incomunicabili, posizioni opposte e inconciliabili.
Essere madre preclude la possibilità di vivere una vita realizzata e piena di esperienze, e lo stesso è per il contrario, dove la realizzazione personale non lascia spazio alla voglia di diventare madri, di avere una famiglia e sentirsi realizzata in essa.
Quante volte noi donne siamo messe di fronte ad un bivio e invitate a scegliere tra la maternità e le carriera?
Calla si ribella e quella scelta obbligata, divenuta una prigione nel momento in cui sente in lei il desiderio nascere e trasformarsi. La sua battaglia non è senza dubbi, paure e perplessità, tipici di una donna che sente crescere in sè una nuova vita, sente il corpo trasformarsi e non trova accoglimento nella persona che con lei dovrebbe condividere questa esperienza.
Sophie Mackintosh firma una storia che rievoca mostri della letteratura come Margaret Atwood ed Il racconto dell'ancella, e pellicole cinematografiche come I figli degli degli uomini. Al centro della trattazione di Biglietto blu c'è la libertà, l'autodeterminazione, il potere di scegliere come gestire il proprio corpo e la propria vita, senza imposizioni o ricatti morali, più o meno velati.
L'unica cosa che non perdono all'autrice? i funghi nella carbonara!



2 commenti:

  1. Scoprire nuovi libri è il fulcro dei blog... questo titolo che non avevo mai sentito ha una trama molto curiosa... una lotteria terribile oserei dire, che però rende libere anche dalla scelta che molte donne si ritrovano a dover fare a volte, purtroppo!

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    1. Punto di vista interessante. In effetti la protagonista ne è inizialmente sollevata e segue il suo destino in maniera indefessa, solo che poi qualcosa non torna in lei e la ribellione si fa pressante. Grazie per essere passata.

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