TITOLO: The Winner's Curse (La maledizione)
AUTORE: Marie Rutkoski
EDITORE: Leggereditore
PAGINE: 246
PUBBLICAZIONE: 13 luglio 2017
GENERE: Fantasy romance
PREZZO: € 14,90 cartaceo, 4,99 ebook
Una storia meravigliosa che ha il profumo di grandi e antiche battaglie, quelle combattute dai valorosi condottieri, su campi polverosi, col rumore assordante del metallo nelle orecchie e l'odore del sangue a impregnare l'aria. The Winnwer's curse, pagina dopo pagina ti affascina, ti avvince, trascina all'interno delle vicende dei protagonisti e si diventa partecipi della strenua lotta tra herrani e valoriani.
Kestrel, figlia del potente generale valoriano Trajan, ha solo diciassette anni ma una tempra d'acciaio e un futuro già scritto. Cresciuta e educata all'arte della guerra ha davanti a sè due strade, e dovrà decidere entro la primavera: arruolarsi come soldato nell'esercito del padre, oppure sposarsi. Libera, indomita, intelligente e arguta, non ama le imposizioni e nemmeno tutte le costrizioni alle quali le ragazze del suo rango devono attenersi. Balli, vestiti, nastrini, corteggiamenti, non fanno di certo per lei. Il problema è che, nonostante gli anni di allenamento, anche nel combattimento non è cosi brava, cosa che complica molto la sua capacita di prendere una decisione. Vorrebbe essere libera. Libera di scegliere, libera di vivere la vita che più le piace, libera di suonare. Suonare, si, un'attività sconveniente, perchè solo agli schiavi è concesso suonare per i loro padroni e ì lei non può abbandonarsi a tale attività, bandita per ogni valoriano. Allora Kestrel suona di nascosto, perchè non può rinunciare alla sua più grande passione.
Proprio la sua incapacità di piegarsi alle regole la mette nei guai, e un giorno, al mercato, insieme all'amica Jess, si ritrova nella fossa dove si tiene l'asta degli schiavi. É l'inizio della maledizione, quella che le farà posare gli occhi sullo sguardo più duro e intenso che abbia mai visto: quello dello schiavo Arin.
Ammetto che non mi aspettavo una storia cosi avvincente, anche se la Maledizione è catalogato come un fantasy, in verità lo è solo nelle ambientazioni vaghe e fantastiche che descrivono il popolo dei valoriani e degli herrani, per il resto è un grande ed avvincente poema storico. La guerra che ha ridotto in schiavitù gli herrani, ha il sapore delle battaglie tra ateniesi e spartani, forza bruta che piega l'intelletto. I colonizzatori impongono i loro costumi ed estirpano le usanze dei nemici, oramai ridotti in schiavitù. I valoriani amano la battaglia, i giochi di potere, la forza, mentre il popolo herrano era un popolo pieno di cultura, amante delle arti e della musica, attività che sono state completamente estirpate.
Arin, dietro quella durezza, nasconde un animo sensibile, lacerato dalla guerra che ha distrutto il suo popolo e la sua famiglia, anni di schiavitù, di duro lavoro, di occhi bassi e mani segnate. Kestrel, non immagina neppure cosa si annida nel cuore di quel ragazzo che ad ogni alba e tramonto diventa sempre piu importante e pericoloso.
Il personaggio di Kestrel è quello che fa brillare, indubbiamente, questa storia. Abile stratega, analizza, tesse trame, immagina connessioni, una vera eroina femminile. Una guerriera indomita, astuta, coraggiosa e orgogliosa, capace di piegare al forza con le sole armi dell'intelletto. Forse questo suo eccesso di zelo in alcuni momenti l'ha resa poco simpatica, ma la Rutkoski è stata abile a mantenere una caratterizzazione coerente. Kestrel è una vera lady di ferro, nonostante la giovane età. Onesta e leale, il suo codice etico le provoca una profonda e straziante spaccatura interna, tra quello che vorrebbe fare e quello che sente di dover fare. Come può ammettere di provare qualcosa per colui che e il suo nemico? Cosa penserebbe suo padre di lei? Come potrebbe reggere alla vista dello sguardo indignato e pieno di vergogna del generale?
Ma come Krestel è una valoriana fino al midollo, allo stesso modo Arin è un herrano che crede e spera nella rivalsa del suo popolo. Rispetto però Arin appare più duttile, come in realtà è tipico della sua gente.I sentimenti per Krestel lo fanno vacillare, tanto da mettere in dubbio la bontà delle sue azioni.
La maledizione si abbatterà sulle loro vite e per una conquista agognata, dovranno pagare uno scotto carissimo. Un gioco di contropartite, in cui a perdere qualcosa sono sempre coloro che apparentemente hanno vinto, ma a quale prezzo?
Scrittura elegante, evocativa, affascinate, capace di trasportare il lettore sia sui campi di battaglia, tra strategie e colpi di scena, che nell'animo dei protagonisti, dove imperversa, se possibile, una battaglia ancora più dura.
Ho terminato questo primo libro con il fiato sospeso e sarà uno strazio dover attendere il seguito. Però è stato un bel viaggio e se amate i fantasy con adattamenti e suggestioni tipicamente history, non peredete The Winner's Curse. La maledizione.
Kestrel, figlia del potente generale valoriano Trajan, ha solo diciassette anni ma una tempra d'acciaio e un futuro già scritto. Cresciuta e educata all'arte della guerra ha davanti a sè due strade, e dovrà decidere entro la primavera: arruolarsi come soldato nell'esercito del padre, oppure sposarsi. Libera, indomita, intelligente e arguta, non ama le imposizioni e nemmeno tutte le costrizioni alle quali le ragazze del suo rango devono attenersi. Balli, vestiti, nastrini, corteggiamenti, non fanno di certo per lei. Il problema è che, nonostante gli anni di allenamento, anche nel combattimento non è cosi brava, cosa che complica molto la sua capacita di prendere una decisione. Vorrebbe essere libera. Libera di scegliere, libera di vivere la vita che più le piace, libera di suonare. Suonare, si, un'attività sconveniente, perchè solo agli schiavi è concesso suonare per i loro padroni e ì lei non può abbandonarsi a tale attività, bandita per ogni valoriano. Allora Kestrel suona di nascosto, perchè non può rinunciare alla sua più grande passione.
"Se avesse suonato di tanto in tanto, come sua madre, nessuno l’avrebbe notato. E se gli herrani non avessero dato un enorme valore alla musica prima della guerra, anche questo avrebbe potuto cambiare le cose. Ma agli occhi dei valoriani la musica era un piacere da ricevere, non da elargire, e non erano in molti a comprendere che il ricevere e l’elargire potevano essere complementari."
Proprio la sua incapacità di piegarsi alle regole la mette nei guai, e un giorno, al mercato, insieme all'amica Jess, si ritrova nella fossa dove si tiene l'asta degli schiavi. É l'inizio della maledizione, quella che le farà posare gli occhi sullo sguardo più duro e intenso che abbia mai visto: quello dello schiavo Arin.
«Sembra che qualcuno qui sia vittima della Maledizione del Vincitore.»Kestrel si voltò verso di lei. «Che significa?»«Non vieni spesso alle aste, vero? La Maledizione del Vincitore accade quando vinci l’asta ma solo pagando un prezzo esagerato.»In un turbine di eventi che precipitano senza il suo controllo, si ritrova a comprare lo schiavo, alimentando i pettegolezzi di tutta Valoria. Arin sarà scortato alla tenuta di Krestel, divenendo parte integrante dei suoi pensieri e delle sue giornate. Un sentimento senza nome sta prendendo forma nei loro cuori, qualcosa che non può esistere tra una valoriana e uno schiavo herrano. E un segreto strisciante si annida tra gli spazi della tenuta, crescendo parallelo a quei sentimenti pericolosi come lame taglienti, e quando la verità verrà a galla, sarà ormai troppo tardi per tornare indietro. Kestrel e Arin dovranno decidere se farsi trascinare dagli eventi o scegliere di essere padroni dei loro destini. Una nuova guerra si affaccia all'orizzonte e all'alba di un nuovo giorno gli assetti tra valoriani e herrani potrebbero mutare.
Ammetto che non mi aspettavo una storia cosi avvincente, anche se la Maledizione è catalogato come un fantasy, in verità lo è solo nelle ambientazioni vaghe e fantastiche che descrivono il popolo dei valoriani e degli herrani, per il resto è un grande ed avvincente poema storico. La guerra che ha ridotto in schiavitù gli herrani, ha il sapore delle battaglie tra ateniesi e spartani, forza bruta che piega l'intelletto. I colonizzatori impongono i loro costumi ed estirpano le usanze dei nemici, oramai ridotti in schiavitù. I valoriani amano la battaglia, i giochi di potere, la forza, mentre il popolo herrano era un popolo pieno di cultura, amante delle arti e della musica, attività che sono state completamente estirpate.
«Mordi e Pungi è un gioco, non un’arte.»Arin incrociò le braccia, divertito. «Se lo dici tu.»«Mi sorprende sentire che agli herrani piacesse qualcosa di nostro. Pensavo ci consideraste degli stupidi selvaggi.»«Creature non civilizzate» mormorò.Kestrel era certa di non aver capito bene. «Cosa?»«Niente. Sì, eravate completamente privi di cultura. Mangiavate con le mani. La vostra idea di divertimento era assistere a una lotta per vedere chi sarebbe stato ucciso per primo. Ma» incrociò il suo sguardo, poi guardò altrove «avevate anche altre caratteristiche.»
Arin, dietro quella durezza, nasconde un animo sensibile, lacerato dalla guerra che ha distrutto il suo popolo e la sua famiglia, anni di schiavitù, di duro lavoro, di occhi bassi e mani segnate. Kestrel, non immagina neppure cosa si annida nel cuore di quel ragazzo che ad ogni alba e tramonto diventa sempre piu importante e pericoloso.
Il personaggio di Kestrel è quello che fa brillare, indubbiamente, questa storia. Abile stratega, analizza, tesse trame, immagina connessioni, una vera eroina femminile. Una guerriera indomita, astuta, coraggiosa e orgogliosa, capace di piegare al forza con le sole armi dell'intelletto. Forse questo suo eccesso di zelo in alcuni momenti l'ha resa poco simpatica, ma la Rutkoski è stata abile a mantenere una caratterizzazione coerente. Kestrel è una vera lady di ferro, nonostante la giovane età. Onesta e leale, il suo codice etico le provoca una profonda e straziante spaccatura interna, tra quello che vorrebbe fare e quello che sente di dover fare. Come può ammettere di provare qualcosa per colui che e il suo nemico? Cosa penserebbe suo padre di lei? Come potrebbe reggere alla vista dello sguardo indignato e pieno di vergogna del generale?
Ma come Krestel è una valoriana fino al midollo, allo stesso modo Arin è un herrano che crede e spera nella rivalsa del suo popolo. Rispetto però Arin appare più duttile, come in realtà è tipico della sua gente.I sentimenti per Krestel lo fanno vacillare, tanto da mettere in dubbio la bontà delle sue azioni.
La maledizione si abbatterà sulle loro vite e per una conquista agognata, dovranno pagare uno scotto carissimo. Un gioco di contropartite, in cui a perdere qualcosa sono sempre coloro che apparentemente hanno vinto, ma a quale prezzo?
Scrittura elegante, evocativa, affascinate, capace di trasportare il lettore sia sui campi di battaglia, tra strategie e colpi di scena, che nell'animo dei protagonisti, dove imperversa, se possibile, una battaglia ancora più dura.
Ho terminato questo primo libro con il fiato sospeso e sarà uno strazio dover attendere il seguito. Però è stato un bel viaggio e se amate i fantasy con adattamenti e suggestioni tipicamente history, non peredete The Winner's Curse. La maledizione.
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