martedì 20 febbraio 2018

L'ULTIMO DI NOI, ADÉLAÏDE DE CLERMONT-TONNERRE. Recensione.

 TITOLO: L'ultimo di noi
AUTORE: Adélaïde de Clermont-Tonnerre
EDITORE: Sperling&Kupfer
PAGINE: 396
PUBBLICAZIONE: 20 febbraio 2018
GENERE: Narrativa
PREZZO: € 18,90 cartaceo
«Si chiama Werner. Werner Zilch. Non cambiategli il nome. È l’ultimo di noi»
Dresda, 1945: sotto un diluvio di bombe, una ragazza muore dando alla luce un figlio.
Manhattan, 1969: un uomo – giovane, rampante, spregiudicato – incontra la donna della sua vita.
Con una narrazione travolgente, Adélaïde de Clermont-Tonnerre ci conduce in un viaggio nelle pieghe più oscure della Storia, attraverso i destini intrecciati dei suoi giovani protagonisti, che vivono in due epoche e due mondi antitetici. Da una parte c’è il vecchio continente, distrutto fisicamente e moralmente al termine del secondo conflitto mondiale; dall’altra, il nuovo mondo della rivoluzione sociale e culturale, in particolare la Manhattan rampante e trasgressiva di inizio anni ’70.
È in quella New York in cui tutto sembra possibile che si compie l’ascesa di Werner Zilch: da orfano adottato da un’umile famiglia a imprenditore di successo, pronto a conquistarsi un posto nel mondo e nel cuore della donna che lo ha folgorato.
Finché un’insinuazione improvvisa sulle sue origini farà crollare quel sogno di felicità, costringendolo a intraprendere una tormentata ricerca nel passato per capire chi è, da dove viene, e se davvero nelle sue vene scorre il sangue di chi ha commesso crimini atroci. 






«Si chiama Werner. Werner Zilch. Non cambiategli il nome. È l’ultimo di noi»
Ma chi è veramente Werner Zilch? Giovane e rampante yankee nella New York degli anno 70, in pieno fermento culturale ed economico, quella in cui si potevano incontrare Jimi Hendrix, Janis Joplin, Jim Morrison, ed Andy Warhol, Werner tenta di diventare qualcuno costruendo la sua fortuna attaverso speculazioni edilizie. Insieme a Marcus, l'amico di una vita, mette in piedi una società che dal nulla riuscirà a portali in vetta alla buona società newyorkese. Bello, intelligente e spregiudicato, fa strage di cuori, intrattenendo rapporti con una moltitudine di donne che si gettano ai suoi piedi senza che nessuna riesca a scalfire minimamente il suo interesse, andando oltre al lato puramente fisico. Le cose cambiano quando nella sua vita irrompe Rebecca, una bellissima donna, un'artista ricca, sofisticata e indipendente che ruba il cuore di Werner con un solo sguardo. Dopo un serrato e bizzarro corteggiamento Werner riesce finalmente a conquistare quella che lui, sin dal primo giorno, defininisce la LDDSV (la donna della sua vita ). Il destino però è crudele e beffardo e presto il passato ed il presente di Werner e Rebecca si scontreranno, portando a galla segreti sepolti e colpe di cui sono inconsapevoli, ma che pendono sulle loro teste come delle spade di Damocle. La storia di Werner si incrocia nel passato con quella di due fratelli in continua lotta tra di loro, e di due donne succubi delle circostanze.

Se mi avesse confermato che il mio padre biologico era un perverso, un sadico, responsabile di crimini di guerra, come avrei potuto liberarmi da quel veleno?
Werner porta nel suo sangue il legame con un passato che l'umanità dovrebbe dimenticare, una macchia di cui non è responsabile ma che lo lega indisolubilmente alla famiglia di Rebecca, lui che per tutta la vita ha sentito il vuoto dell'abbandono, quello che ti scava l'anima e ti lascia dei segni indelebili. Figlio adottivo di una coppia che ha cercato di riempirlo d'amore, Werner della sua nascita non sa nulla. L'unica cosa che lo lega al suo passato è una frase che è cucita in ogni suo indumento di bambino. Un cognome scomodo che, grazie o a causa di Rebecca (decidete voi quale lettura vorrete dare agli avvenimenti), lo condurrà attraverso un viaggio alla scoperta delle sue vere origini, un cammino di conoscenza e di espiazione affinchè le colpe dei padri non ricadano sui figli, per dare una possibilità di vita ad un amore potente che il fato non può spegnere. 

 Ardevo dal desiderio di dimostrare chi ero, di vedere il mio nome, troppo spesso sbeffeggiato, ispirare rispetto e, se necessario, timore. I miei genitori mi consideravano strano. Le mie aspirazioni più misere superavano le loro speranze più folli. Io mi rifiutavo ostinatamente di pormi dei limiti.

Il nazismo, le deportazioni e altri crimini efferati commessi durante la Seconda guerra mondiale aleggiano come l'ombra di un tappeto cosparso di schegge appuntite; per Werner e Rebecca è impossibile percorrerlo e rimanere illesi.


Adélaïde de Clermont-Tonnerre ci offre il racconto di molte vite che si intrecciano su due piani storici paralleli: da una parte la New York del sogno americano, della libertà sessuale e degli eccessi tipici degli anni 70', dall'altra gli scenari di devastante atrocità del conflitto mondiale, del bombardamento di Desdra fino alle infauste scelte post-belliche. Uno stile ricercato e impeccabile, capace di travolgere il lettore. Iniziare la lettura de L'ultimo di noi è un'esperienza che non lascia indifferenti, perchè fin dalle prime pagine, il fascino di Werner è come na calamita che ti porta a divorare con fervore pagine e pagine, una sete di conoscenza che è quasi un incantesimo. Tutti i personaggi hanno una loro peculiare caratteristica che li rende unici, da Marcus, il migliore amico di Werner a Lauren, la sorelle hippie che per anni è vissuta in una comune e adesso aiuta il fratello ad affrontare questo lungo e faticoso cammino. Le atrocità vissute dalla mamma di Rebecca, poi, sono un vero pugno nello stomaco.

 Sapere. Avevo tanto voluto sapere… ma non questo! Un orrore di tale portata… Essere colpevole del peggio di cui un uomo possa macchiarsi. Nascere da una simile infamia. Mi sentivo sporco. Ripugnante. In trappola. Gli altri tacevano, fissandomi spaventati. La stanza prese a vorticare. Le orecchie mi ronzavano. Tutto quello che avevo sepolto da anni riaffiorò di colpo. Un’eruzione vulcanica.

I temi affrontati sono tanti, dalle atrocità della guerra, alla distanza emotiva generata dall'abbandono, la violenza, il sadismo, l'ideologia malata di uomini senza nessuna morale. Werner è un personaggio dalle mille sfaccettature, in sè raccoglie due anime, quella arrogante dell'uomo che con un forte senso di rivalsa vuole dimostrare il suo spessore diventando ricco, e il piccolo bambino impaurito, nato in una notte in cui il mondo sembrava volesse finire, abbandonato e privato della sua identità storica. Quella stessa identità che per tanti anni lo ha lasciato con un profondo senso di inadeguatezza, adesso lo opprime e minaccia di distruggere un amore che è già difficile da gestire. Il rapporto tra Werner e Rebecca infatti, è passionale, tormentato, aggressivo, inquieto e prosciuga ogni loro forza vitale. Eppure non riescono a stare separati o a pensare di amare qualcun altro. Il suo amore per Rebecca, la gelosia, la solitudine, la paura... Un senso di struggimento pervade l'intero racconto.


"Sono tornata, Wern, perché non posso vivere senza di te. Tu sei il mio amore, il mio uomo, la mia vita. Non so cosa ne sarà di noi, ma so che non posso stare con nessun altro all’infuori di te. Non riesco a tenere tutto sotto controllo. A volte crollo. (...)"


Ci sono stati momenti in cui ho sofferto insieme a Werner, altri che mi hanno fatto rabbrividire, mettendomi in connessione più intima con Rebecca, quando inizialmente non riuscivo proprio a simpatizzare con lei. Calarsi nelle loro vite e in quelle di coloro che nel tempo sono stati gli artefici del loro futuro destino è stata un'esperienza unica che vi consiglio di fare. L'ultimo di noi non è una lettura banale e difficilmente riesci a scrollartela di dosso. Quello che inizialmente sembra il racconto emozionante di una coppia alle prese con un amore impossibile, si evolve prendendo pieghe inaspettate, ricche di colpi di scena che vi lasceranno a bocca aperta. Se credete nella forza del destino e dell'amore, se volete fare un bagno in una realtà difficile da affrontare, invece di girare la faccia dall'altra parte, aprite le pagine de L'ultimo di noi e percorrete con Werner il lungo cammino alla ricerca dell apropria essenza, perchè solo in questo modo si può essere qualcuno anche per gli altri. 



Adélaïde De Clermont-Tonnerre, nata a Parigi, è giornalista e scrittrice. Con L’ultimo di noi ha vinto nel 2016 il Grand Prix du roman de l’Académie Française, uno dei più prestigiosi premi letterari francesi, conquistando la critica, le classifiche, i lettori. 



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