giovedì 18 aprile 2019

CHI HA RUBATO ANNIE THORNE?, C.J. TUDOR. Recensione.

TITOLO: Chi ha rubato Annie Thorne?
AUTORE: C. J. Tudor
EDITORE: Rizzoli
PAGINE: 310
PUBBLICAZIONE: 26 febbraio 2019
GENERE: Thriller
PREZZO: € 20,00 cartaceo; 9, 99 ebook
Arnhill, piccolo villaggio di miniera inglese. Nel 1992 una banda di quindicenni trova l'ingresso ai cunicoli. Scendono in cinque: Hurst, la mente; Fletch, il braccio; Chris, la bussola; Marie, l'affascinante fidanzatina di Hurst; e Joe Thorne. Si imbattono in un ossario di bambini, sepolti laggiù da chissà quanto tempo. Ma non sono soli. Annie, la sorellina di otto anni di Joe, li ha seguiti fin lì. E quando un'altra presenza si manifesta, vomitando milioni di scarafaggi dai teschi, dalle ossa e dai crepacci del terreno, tutto precipita. Nella confusione della fuga, qualcuno sferra un colpo mortale alla testa di Annie. Nonostante gli altri lo abbiano abbandonato chiudendosi la botola alle spalle, Joe riesce a tornare a casa. Due giorni dopo, torna anche Annie. Nessuno sa dove sia stata. Oggi, venticinque anni dopo quel giorno e infrangendo la promessa che aveva fatto a se stesso, Joe ha deciso di rimettere piede a Arnhill. A convincerlo a intraprendere il viaggio è stata un'email anonima: So cos'è successo a tua sorella, gli hanno scritto. Sta succedendo di nuovo. Fresca del successo internazionale avuto con L'uomo di gesso, C. J. Tudor torna con un nuovo thriller in cui l'infanzia è lo sfondo ideale per mettere in scena una storia di paure mai risolte e di incubi ancestrali. Una storia in cui le fantasie più nere si materializzano sul terreno della realtà.



Torna in Italia, con il suo secondo thriller, C.J. Tudor, l'autrice de L'uomo di gesso. Ho adorato le abilità narrtive della Tudor nel suo romanzo d'esordio, così quando ho scoperto che Rizzoli avrebbe pubblicato The Taking of Annie Thorne, mi sono buttata a capofitto nella sua lettura.
Devo dire che anche questa volta la Tudor si è dimostrata un'autrice capace di sorprendermi, tenendomi incollata alle pagine con una storia da brivido che potrebbe ricordare un fantastico Stephen King di Stand by me.
Anche questa volta ci troviamo a cavallo di due linee temporali, divisi tra il 1992, periodo dell'adolescenza del protagonista Joe Thorne, e il suo ritorno, venticinque anni dopo, nella città dalla quale è fuggito, per sottrarsi ad alcune situazioni pressanti a seguito dei debiti contratti con il gioco
Joe è stato un adolescente tormentato, il classico nerd che non brilla perpopolarità anzi, è facile bersaglio dei bulli. Intorno all'età di quindici anni, la banda di cinque ragazzi capeggiata dal temibile Stephen Hurst, lo ingloba nelle sue spire. Un giorno, Joe e gli altri si avventurano all'interno di una cava dove trovano delle ossa di bambini. A seguire il gruppo c'è anche la sorellina di otto anni di Joe. Qualcosa accade dentro la cava e mentre i ragazzi scappano, la piccola Annie, legatissima al fratello, farà ritorno dopo quarant'otto ore. Nessuno, tranne Joe, si accorgerà del sostanziale cambiamento di Annie. Ma cosa è successo veramente alla bambina in quelle ore di assenza?



Anni dopo, ritroviamo Joe con qualche problema di alcol e una passione di lunga data per le carte. Arnhill, la sua città, è un cosiddetto buco dal qule è andato via ma che adesso sembra richiamarlo a sè. L'uomo vi fa ritorno e inizia a insegnare alla Arnhill Academy, ma il suo non è un ritorno sereno. Il passato e i sensi di lo tormentano. Qualcosa di spaventoso sembra ripetersi e forse lui è l'unico in grado di fermare gli eventi.
Anche questa volta C.J. Tudor ha fatto centro con una storia inquietante e disturbante, dai toni paranormal e con un'ambientazione asfissiante. Joe non è un protgonista positivo, ma rappresenta l'antieroe pieno di vizi e corroso dall'alcol, un bugiardo patologico che usa l'ironia e il sarcasmo come arma. Gli incubi del passato si scontrano inevutabilmente con un presente tormentato e qualcuno non vede di buon occhio il suo ritorno ad Arnhill, spingendo affinchè vada via nuovamente.


Io non sogno.
Io faccio incubi.
Di solito, l'alcol mi da una mano.
Non stasera.

C.J. Tudor è una brava caratterista, i suoi personaggi anche se pieni di imperfezioni riescono a catturarmi sempre. Ho una particolare predilizione per le anime che pedono la retta via e Joe rappresenta il perfetto antieroe capace di catturare completamente la mia attenzione.



Quando giochi arriva sempre il momento in cui riesci a vedere cosa hanno in mano gli altri, come se le carte fossero trasparenti. Lo sai, che cosa hanno. Vedi tutto chiaro in testa. Prevedi le mosse degli avversari. Ogni cosa è limpida davanti ai tuoi occhi, come se qualcuno te l’avesse sottolineata con un evidenziatore.
E di solito ti sbagli.
È proprio quando ti convinci di avere tutti in pugno, di aver capito come si comporterà ogni singolo giocatore al tavolo, di aver individuato i bluff da vedere e i rilanci da lasciare… è proprio lì che sei nei guai fino al collo.
Perché la verità ti casca addosso come un pugno in testa.
E anche a noi la verità cascherà in testa lasciandoci sorpresi.
In questa macabra storia, i  riferimenti a Stephen King sono chiari e l'aggiunta dell'elemento mistery e paranormal ha dato dato un qualcosa di diverso a quello che mi aspettavo essere un thriller senza altre contaminazioni.
La Tudor non si limita a tracciare le linee di una storia da brivido, ma ci regala degli spunti interessanti di approfondimento su tematiche importanti quali l'adolescenza e le sue difficoltà, l'amicizia, il bullismo, il suicidio. Ambientazioni cupe e claustrofobiche, squisitamente noir, che regalano un effetto horror da brivido. Soprattutto per un'aracnofobica come me, leggere alcuni passaggi è stato molto difficile. Se da un lato questa abilità descrittiva mi ha gettata nel terrore, dall'altro ha diomostrato la cifra stilistica dell'autrice, capace di rendre con vivida realtà scene imprigionate in un immaginario di carta. 
Non posso che confermare il mio apprezzamento per questa autrice e per questa nuova storia che, nonostante non raggunga il livello de L'uomo di gesso, è da non perdere sicuramente. 



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