giovedì 25 giugno 2020

UNA RAGAZZA AD AUSCHWITZ, HEATHER MORRIS. Review party.



TITOLO: Una ragazza ad Auschwitz
AUTORE: Heather Morris
EDITORE: Garzanti
PAGINE: 348
PUBBLICAZIONE: 25 giugno 2020 
GENERE: Historical Fiction
PREZZO: €  9,99 ebook; 17,90 cartaceo


È il 1942. Cilka ha solo sedici anni quando il suo mondo cambia per sempre. Ha appena varcato il cancello di Auschwitz e, in un istante, si vede portare via l'innocenza e i sogni di ragazzina. Intorno a lei ci sono solo orrore e ingiustizia. Eppure, nonostante tutto, scopre di avere in sé un coraggio straordinario. Un coraggio che le permette di scoprire i punti deboli dei suoi aguzzini e di servirsene
con astuzia per salvare se stessa e tutti quelli, come lei, condannati senza motivo. Da allora sono passati tre anni. Il campo è stato liberato, ma la possibilità di una nuova vita le viene negata quando è costretta ai lavori forzati in Siberia. Di nuovo, si trova alla mercé dei propri carcerieri, costretta a eseguire senza fiatare gli ordini che riceve. Ma, benché tema di non avere via d'uscita, rifiuta di arrendersi al buio di cui ha già fatto esperienza e continua a lottare per tenere a distanza il male che sembra permeare ogni cosa. Per dimostrare, con l'audacia che l'ha sempre contraddistinta, che non c'è malvagità che possa resistere a una mano tesa in cerca d'aiuto. Perché malgrado la barbarie di cui è stata e continua a essere testimone, Cilka è convinta che il suo cuore non sia pronto per dire addio all'amore. Dopo "Il tatuatore di Auschwitz", Heather Morris torna a parlare del dramma dell'Olocausto perché non sia dimenticato. La storia di Cilka è la prova che, anche in condizioni inimmaginabili, l'umanità trova il modo di manifestarsi e riaccendere la speranza. Il suo viaggio, da bambina a donna, da prigioniera ad aiuto insostituibile, è un esempio di resilienza e del valore inestimabile della vita, da proteggere a ogni costo.



Da quando ho letto Il tatuatore di Auschwitz mi sono invaghita del modo che ha Heather Morris di raccontare fatti storici toccanti che hanno segnato l'umanità. 
Appreso del suo ritorno per Garzanti con Una ragazza ad Auschwitz ho atteso i giorni con la voglia matta di leggere questa nuova storia. 
In questo caso la Morris a partire da fatti reali e dai racconti di Lale Sokolov, il tatuatore di Auschwitz, costruisce le vicende romanzate di Cecilia (Cilka) Klein, conosciuta dall'uomo ad Auschwitz Birkenau. 
La realtà che incrocia la fantasia per mostrarci le orribili vicende non solo dei campi di concentramento ma anche la dolorosa realtà delle donne internate nei gulag sovietici alla fine della seconda guerra mondiale. 
Cecilia Klein fu portata nel campo di concentramento di Auschwitz-Birkenau nel 1942 a soli sedici anni. Come tanti prigionieri fa quello che deve fare per sopravvivere, se proprio possiamo parlare di scelta. Violentata e derubata di ogni sogno e dignità non le resta che sottostare alle pretese dei soldati tedeschi pur di non morire. Quando nel 1945 i soldati sovietici entrano nel campo per liberare i prigionieri non le sembra reale il fatto che l'incubo che ha vissuto sia finito. Purtroppo Cilka passa da una prigione ad un'altra perchè i soldati russi credendola una spia che si prostituiva al nemico la portano in gulag, un campo di prigionia in Siberia.

... le resta solo la speranza che capiscano che non aveva altra scelta per sopravvivere, se non fare quello che ha fatto. Nessuna scelta, tranne la morte. Spera solo di tornare presto a casa, in Cecoslovacchia, e trovare il modo di andare avanti.

Immaginate cosa significhi scampare ad un'incubo e senza avere il tempo di realizzare, piombare in un altro. Eppure la ragazza non perde la speranza, resiste a nuovi abusi e soprusi, attaccata alla vita con tutta se stessa. 

Notata da una dottoressa del campo, le viene offerto un lavoro come infermiera. Questo ovviamente è una grande opportunità per vivere una condizione "privilegiata", ma attira anche le ire delle altre donne e la delusione di chi non comprende come possa sottostare agli abusi senza battere ciglio. 
Cilka è divisa nel profondo. Sentimenti di vergogna e colpa si alternano alla necessità di sopravvivere a qualsiasi costo. 
Sono rimasta profondamente scossa dalle vicende di Cilka e mentre leggevo, comodamente seduta sul mio divano, mi sono ritrovata a pensare a quanto possa essere stato terribile vivere tutto quel dolore, il senso di straniamento provocato dall'allerta continua, dalla paura di sperare e contemporaneamente di perdere quella speranza. 
Sono arrivata alla conclusione che non sarò mai in grado di capire e solo ricordando l'orrore perpetrato dall'uomo possiamo fare il modo che simili cosa non accadano ancora. 

La mia speranza per te è che potrai vivere la tua vita, con l’aiuto della tua mamma e di tutti quelli che ti ameranno. Là fuori c’è un mondo migliore. Io l’ho visto e lo ricordo.

In questo racconto c'è tanto dolore ma anche tanta forza. La voglia di lottare strenuamente, di non arrendersi all'orrore all'oscurità di un male che ha macchiato il mondo in maniera indelebile. 
La parola ideale che identifica perfettamente Cilka è resilienza. Credo di non averla mai trovata più azzeccata come in questo caso. Cilka lotta pere non perdere se stessa, non si arrende e non perde mai la speranza, nonostante sia molto facile per lei abbandonarsi alla disperazione.
Una lettura profonda, dolorosa, emozionante con personaggi ben sviluppati e indimenticabili. Una storia toccante e commovente sulla sopravvivenza, la resilienza, e la speranza. 








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