AUTORE: Estelle Hunt
EDITORE: Hope Edizioni
PAGINE: 547
PUBBLICAZIONE: 11 settembre 2020
GENERE: Historical Romance
COSTO: € 3,99 ebook; 12,90 cartaceo
India, Bombay, 24 ottobre 1892
Il monsone si sta ritirando, quando il piroscafo Osiris attracca al porto di Bombay.
Insieme a mercanti, cartografi, militari e gentildonne inglesi, ne discende una giovane vedova proveniente da Liverpool. Sguardo fiero e maniere raffinate, Kathleen Allelby ha attraversato il mare per realizzare il sogno di aprire una boutique nella città indiana. Non tutto ciò che afferma, però, corrisponde al vero. Il suo passato è segnato da violenza e abusi, per questo motivo ha intrapreso un viaggio che mettesse più distanza possibile tra lei e l’Inghilterra. Desidera solo poter ricominciare da capo ed essere libera, ma, quando proprio il passato la raggiunge in quell’angolo d’Impero, si convince che per lei non potrà mai esserci alcuna possibilità di riscatto.
Per il capitano Adrian Hayter, l’Esercito è la vita. Crede nella Patria, nell’Onore e nella Disciplina. Figlio di un eroe di guerra, ha lavorato duramente per ottenere rispetto e ubbidienza. Tuttavia, le sue origini sono da sempre oggetto di indiscrezioni e maldicenze, ed è quindi imperativo per lui agire con prudenza, affinché nulla possa macchiare la sua reputazione. Incontrare a Bombay l’unica donna che desidera, ma che non può avere, costituisce una tentazione contro la quale sarà costretto a combattere.
Le regole della società li dividono, ma a unirli è un sentimento capace di mettere in discussione ogni loro certezza. Tra i colori e i profumi dell’India coloniale, un uomo e una donna rivendicano il loro diritto di vivere.
Ma tutto ha un prezzo, anche l’amore.
Che Estelle Hunt riesca a far brillare ogni storia uscita dalla sua penna è cosa ampiamente assodata, e con La modista di Bombay, disponibile oggi per Hope Edizioni, mette un sigillo di qualità sulle sue abilità di autrice.
Credo fermamente che l'historical romance sia il genere che più si confà a questa talentuosa autrice, un campo in cui riesce a mostrare un'eccellente capacità nel tessere storie avvincenti, padronanza di stile, ricercatezza del linguaggio e lavoro di precisione nella ricostruzione storica.
Con La modista di Bombay, Estelle Hunt, riesce a fare un'operazione brillante, quella di prendere un personaggio marginale della precedente storia (Emmeline) e farne un inno alla forza femminile, un vero e proprio manifesto alla capacità di resilienza insita in ogni donna.
Kathleen Allelby, nelle mani dell'autrice, si trasforma in una protagonista forte, tenace, caparbia, da ammirare, una crisalide che diviene una luminosa farfalla una volta presa consapevolezza del suo coraggio.
Il testo può essere considerato come diviso in due grandi blocchi in cui c'è un prima e un dopo, una Kathleen vittima, e una Kathleen padrona del suo futuro.
Spogliata della sua innocenza, costretta a scoprire nel peggiore dei modi la crudeltà del mondo, la giovane Kathleen Allelby, rimasta sola in seguito alla morte dei genitori, è costretta a lasciare la sperduta campagna inglese per la sfavillante, quanto pericolosa, Londra. Arrivata a destinazione viene subito fagocitata dagli artigli oscuri di una città che non perdona nessun tentennamento. Essere sprovveduti, fidarsi della persona sbagliata è un comportamento che viene subito punito, e così i peggiori incubi di Kathleen si avverano.
La sua vita è privata di ogni dignità, della libertà, del sogno di un futuro roseo di moglie, madre e donna rispettabile. Ma il destino le mette davanti la prima occasione di cambiare le sue sorti, e così, la sua esistenza, da una gabbia oscura diviene una gabbia dorata.
Però i lussi, gli sfarzi, le agiatezze, non sono niente se hai perduto il senso della tua identità, se il tuo cuore è prigioniero della paura e il tuo corpo è asservito alle voglie di un uomo che non potrà mai restituirti l'innocenza.
E quando tutto sembra perduto, ecco l'ennesimo scossone, l'occasione per cambiare vita e appropriarsi della libertà tanto sognata. Destino o autodeterminazione?
Loro, gli uomini, potevano usare a piacimento donne come lei e riemergere da quegli incontri con la coscienza pulita, tornare dalle proprie mogli, baciare i propri bambini. Avevano ogni diritto di cercare altrove lo sporco piacere di cui il sacro vincolo matrimoniale pareva essere privo. Una moglie e un’amante non erano entrambe donne? Non avevano forse due braccia, due gambe, un cuore che batteva in petto? Non erano state tutte loro bambine, innocenti come Eva nel paradiso terrestre?Quanto pesava il giudizio e il potere degli uomini, rifletté rassegnata...
Un altro mondo, una nuova identità dove nessuna sa del suo passato, il momento giusto per realizzare un sogno. L'india si staglia all'orizzonte, bella e terribile, fascinosa e piena di incognite come ogni nuova avventura. E' lì che al fianco dell'amica, ricostruirà se stessa a partire dalle capacità possedute, da quell'amore per ago e filo, i tessuti e la magia della creazione di qualcosa di unico.
Il passato però ti segue come un'ombra e seppur l'India è tanto lontana, è pur sempre una colonia di quella Londra crudele e classista che non dimentica.
«Nessuna donna può davvero scegliere» .
Tra i mille sguardi che popolano Bombay c'è quello del capitano Adrian Hayter. Gli occhi del tenebroso capitano dell'Esercito le bruciano l'anima, solcano, scandagliano ogni anfratto della sua anima, sin dalla prima volta che li ha visti. Sembra che il destino si faccia beffe di Kathleen facendo incrociare continuamente la sua strada e quella del capitano. La donna è però decisa a perseguire i suoi obiettivi, senza piegarsi mai più ai capricci di un uomo, per quanto questo susciti lei uno sconvolgimento mai provato. L'indipendenza guadagnata a caro prezzo è un bene troppo prezioso per perderlo a causa del suo stupido cuore, perchè stavolta ne uscirebbe distrutta.
Comprese in quel momento che nessuno le avrebbe restituito l’innocenza, che da certi sentieri non si poteva tornare indietro e che alcuni avvenimenti lasciano incisa nella carne una ferita che continua a sanguinare per il resto della vita. Tuttavia, esistevano un’infinità di crocevia ad attenderla e quel sangue rappreso le sarebbe servito da monito per difendersi dagli attacchi delle armi più insidiose.
La modista di Bombay è una storia struggente, dolorosa che mi ha provocato così tanti sentimenti da rimanerne stordita.
Mi sono sentita impotente, arrabbiata, triste, in trappola e piena di speranza insieme a Kathleen. La descrizione della condizione femminile nella Londra di fine ottocento è un monito duro ad apprezzare la libertà che abbiamo faticosamente guadagnato come donne, senza scordare che troppi luoghi del nostro mondo sono ancora gabbie per l'universo femminile e la donna è considerata niente meno che un oggetto senza anima.
La storia d'amore tra Kathleen e Adrian è piena di una bellezza oscura e tormentata, come quei monsoni che spazzano l'India rendendo mutevole e insidioso il clima. Il loro sentimento è forte, li divora, ha artigli acuminati capaci di stracciare le loro carni, ma c'è un senso di ineluttabile resa che pervade i nostri protagonisti, nonostante la paura di una società pronta a metterli alla gogna.
(...) le parole non sarebbero bastate a spiegare il disordine di emozioni, la paura di ferirla, il bisogno di lenirle ogni ferita inflittale dagli uomini. Avrebbe voluto rassicurarla che non tutti erano così prepotenti, tuttavia mentre le afferrava la mano per aiutarla a scendere, si rese conto che si stava comportando come il più egoista tra gli egoisti....Se fosse stato un gentiluomo non l’avrebbe mai portata in quella casa, ma ormai erano carne pulsante di desiderio, impastata da un sentimento a cui lui non riusciva a dare un nome.
Estelle Hunt non ha dato vita solo ad una bella storia d'amore, perchè il vero perno della Modista di Bombay sono le donne e la loro capacità di rimanere integre anche quando la vita tenta di distruggerle.
Kathleen cresce, matura, impara dai propri errori e lotta per conquistare quello che le è stato sottratto con la forza. Accanto a sè ha esempi di forte sostegno femminile e complicità, perchè è bello sapere di non essere da soli a navigare in un mare insidioso.
L'ambientazione è ricca, curata, seducente. Estelle Hunt lavora sul piano della contrapposizione di due mondi completamente differenti: la Londra che si avvia sempre più a un processo di modernizzazione permanendo però in quella ostinata ottusità e altezzosa etichetta, e l'India dai profumi che stordiscono, dai colori sgargianti, dal caldo soffocante e dalle insidie celate dietro sorrisi di riverenza.
Potrei spendere mille altre parole per convincervi a leggere La modista di Bombay, ma niente equivale alla forza delle parole che ti travolge non appena leggi le prime venti righe e non riesci più a staccarti finchè non sei arrivata alla fine.
Se ci si può innamorare di una protagonista femminile, a me è successo con Kathleen.
E ora, chissà cosa ci riserverà nel prossimo futuro Estelle Hunt?
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