TITOLO: I giorni del panda
AUTORE: James Gould-Bourn
EDITORE: Mondadori
PAGINE: 288
PUBBLICAZIONE: 8 settembre 2020
GENERE: Narrativa contemporanea
La vita di Danny sta andando a rotoli. Da che la moglie è morta in un incidente stradale, suo figlio Will, undici anni, non spiccica più parola. E a scuola è diventato facile preda dei bulli. Quando perde il lavoro per essere arrivato in ritardo, Danny è colto dal panico. Deve trovare una soluzione alla svelta per non finire in mezzo a una strada, come ha già pronosticato più volte il suo rude proprietario di casa. Un giorno, vagando senza meta in un parco nelle vicinanze, si ferma a osservare alcuni artisti di strada e con gli ultimi spicci che possiede decide di acquistare un improbabile costume da panda e inizia a ballare nel parco. Krystal, abile ballerina di pole dance dai modi ruvidi ma di buon cuore, prima lo prende in giro, poi però lo incoraggia a insistere. E Danny non molla. Finché un giorno, mentre si esibisce senza racimolare un centesimo, vede suo figlio insieme ad alcuni ragazzi che lo deridono pesantemente. Nel suo goffo costume da panda Danny scatta in difesa di Will che, per la prima volta dopo un anno, parla. Senza rivelare la propria identità per paura che il figlio si rifugi nuovamente nel mutismo, Danny inizia una bellissima conversazione con lui scrivendogli frasi su un blocchetto e tra i due nasce un'amicizia che permette a Will di sciogliere a poco a poco il suo dolore. Ma cosa succederà quando il ragazzo scoprirà che il panda è suo padre? E ce la farà Danny a venir fuori dal pantano in cui si è cacciato?
Sono tante le storie che ogni mese leggo e tutte, a modo loro, hanno qualcosa di speciale, un messaggio che si sedimenta dentro di me, un segno più o meno profondo a testimoniare il fatto di essermi avvicinata a qualcosa di unico. I giorni del panda non aveva attirato particolarmente la mia attenzione; vuoi per la cover, vuoi per la trama che forse avevo letto frettolosamente. Il mio istinto, però, spesso viaggia su binari diversi da quelli della mia ragione, prendendo direzioni che sfuggono al mio controllo. Chiamiamolo inconscio, chiamiamolo istinto, fatto sta che mi sarei davvero pentita se non avessi letto I giorni del panda.
Una storia dolceamara, commovente, a tratti ironica sul modo in cui ogni persona è in grado di affrontare le grandi sfide della vita a livelli differenti.
Danny Malooley scoprì a quattro anni, e a caro prezzo, che il sapone profumato al limone non sapeva affatto di limone, ma solo di sapone. A dodici anni, mentre salvava un gatto che forse non aveva bisogno di essere salvato, Danny scoprì a caro prezzo che era impossibile cadere da un platano in modo indolore o dignitoso. A diciassette anni, scoprì a caro prezzo che per diventare padre bastavano tre litri di sidro scadente, una ragazza con cui berlo, una goffa pomiciata a Hackney Downs e un certo disinteresse per le più basilari leggi della biologia. A ventotto anni, scoprì a un prezzo inimmaginabile che per oscurare le stelle, fermare il tempo e bloccare la rotazione terrestre bastava una piccola, invisibile lastra di ghiaccio su una strada sterrata.
Danny e Will sono padre e figlio. Entrambi sono rimasti soli perchè la moglie di Danny è morta in un incidente stradale lasciando l'uomo completamente allo sbando e Will con un dolore che gli ha tolto la parola da circa un anno (mutismo selettivo). Modi differenti di affrontare il lutto, l'incapacità di superare il dolore rimanendo in un limbo sospeso, caratterizza questi due personaggi.
Danny tenta di essere un ottimo padre, ma non si accorge di come le cose gli stiano sfuggendo di mano. I conti non quadrano, le bollette non si pagano da sole e per ultimo perde anche il lavoro. Quando si dice che le disgrazie non vengono mai da sole!
Tra i mille tentativi di trovare un nuovo impiego, Will viene attirato da alcuni artisti di strada, così nasce in lui l'idea di comprare un malconcio vestito da panda con cui esibirsi e racimolare qualcosa.
E tra tutte le persone che possono incontrarsi, l'ironia mette sulla stessa strada Danny- L'orso panda danzante e Will. Vittima dei bulli, Danny interviene in difesa del ragazzino dando così il via ad un legame inaspettato. Will finalmente trova la forza di far uscire di nuovo la voce confidandosi con quel quel buffo uomo travestito, ignaro della sua vera identità.
Momenti commoventi che si alternano a scene esilaranti e uno scoppiettante cast di personaggi a disegnare una storia sul sostegno, sulla voglia di tirarsi fuori da situazioni paradossali quando ti sembra di affondare ad ogni passo.
Eccola lì, all’improvviso: dopo quattordici mesi di incertezze, Danny aveva ottenuto la risposta che cercava. Si appoggiò allo schienale della panchina e aspettò che il sollievo lo investisse, ma più che uno tsunami fu un’onda di bassa marea. In realtà si sentiva triste: per il fatto che Will avesse sofferto in silenzio, per aver permesso che accadesse, perché era stato necessario ritrovarsi in quella situazione ridicola per scoprire finalmente la verità.
La scrittura di Gould-Bourn è leggiadra e riesce a evocare scenari dolcissimi e di speranza anche quando i suoi protagonisti sono immersi nella tristezza e nella disperazione.
A tratti toccante, a tratti divertente, I giorni del panda racconta della capacità di un uomo di uscire dal baratro per amore del figlio. Una storia di resilienza, di conforto, di un uomo che lotta per riacquistare il controllo della propria vita, di un figlio che tenta di trovare il senso di una perdita devastante, e della dinamica padre/figlio, spesso già difficile da gestire, figuriamoci in una situazione così difficile. I giorni del panda ha il fascino dei classici film drammatici che tanto amo, come ad esempio Alla ricerca della felicità, e quì si nota l'abilità di Gould-Bourn come sceneggiatore.
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