Miei impavidi lettori, in questi giorni ho avuto il piacere di fare quattro chiacchiere con Sarah O'Neil, la misteriosa autrice dell'Amante dell'ussaro, historical romance in uscita oggi per Harper Collins Italia, collana Harmony. Sarah è stata molto gentile e disponibile e ha svelato qualche curiosità sul suo libro.
TITOLO: L'amante dell'ussaro
AUTORE: Sara O'Neil
EDITORE: Harmony
PAGINE:
PUBBLICAZIONE: 22 dicembre 2020
GENERE: Historical Romance
Inghilterra, 1808
Elise Gordon, vedova del colonnello Townshend, vive un'esistenza tranquilla e ritirata fino a quando, in un pomeriggio di tempesta, il passato torna a bussare con forza alla sua porta con le sembianze di un ussaro bellissimo e misterioso. Edward Johnstone, tenente dei Dragoni Leggeri, reca infatti notizie degli ultimi istanti di vita del marito di Elise. Lei ne è sconvolta, ma attratta dal forestiero lo accoglie nella propria casa. Comincia così una strana convivenza fatta di verità non dette e intimità crescente. Forse Edward le nasconde qualcosa, forse non è nemmeno chi dice di essere, tuttavia, dopo un incidente che lo rende temporaneamente cieco, il rapporto tra i due cambia e la passione, a lungo sopita, minaccia di travolgerli e di cambiare il corso delle loro vite.
- Ciao Sarah, e benvenuta nel mio piccolo spazio letterario. Perché non ci mettiamo comode e mi racconti qualcosa di te?
Ciao Ros, grazie a te!
Fin da piccola ero una che pasticciava coi libri e i quaderni. Ho scritto molto in bloc-notes che poi sono finiti chissà dove, nei vari traslochi. Ho cercato di scoprire e vivere le storie in modi diversi, col teatro per esempio, o facendo recensioni. Ho poi libri sparsi dappertutto, e ormai mi nutro di maratone di serie, di film, e leggo un po' ovunque, tra carta e digitale.
- C’è un po’ di mistero attorno alla tua identità, hai voglia di darci qualche indizio? Come mai uno pseudonimo?
Sarah è il nome che avrei sempre voluto avere, me lo sento addosso. O’Neil invece è un gioco di parole e a suo modo dice di me. Ho scelto uno pseudonimo perché ancora non so che ne sarà della mia parte che scrive e immagina storie.
- Cosa ha ispirato L’amante dell’ussaro?
Tutto è iniziato durante un viaggio, nell'estate del 2019. Avevo visitato alcuni luoghi sperduti tra la costa ligure e le Alpi. Mi piace molto scoprire angoli meno trafficati, tra scorci naturali magari (almeno finché si poteva viaggiare liberamente). Comunque ricordo che in macchina guidando e chiacchierando misi a fuoco per la prima volta Elise e gli occhi di Edward. Ma una grande ispirazione arrivò anche poco dopo, quando scoprii Newstead Abbey, e me ne sono subito innamorata. La dimora, la sua Storia, i trascorsi di Lord Byron, ma poi anche i dintorni…
- Una donna in lutto e un misterioso ussaro. Quali sono gli elementi che creano la chimica tra i due protagonisti?
Sono due personaggi che vivono momenti della vita in apparenza opposti, lei sta affrontando la perdita improvvisa del marito che adorava mentre lui è il secondogenito di un visconte, quindi destinato per necessità a una vita in battaglia (perché soltanto il primogenito ereditava le fortune del padre nobile, all'epoca) ma è anche un donnaiolo senza legami. In più, quando s'incontrano hanno due intenzioni diverse: lei lo ospita alla residenza per pura cortesia e perché Ed le nomina il marito morto, mentre lui ha in realtà un piano ben preciso. Eppure proprio nelle differenze scoprono, poco alla volta, che qualcos’altro li sta legando sempre di più. All'inizio è un’alchimia quasi istintiva, fisica. Poi diventa ben altro.
- I segreti e i misteri sono una parte fondamentale di questa storia. Come è possibile costruire una storia d’amore sui segreti? Sono proprio questi a dare una possibilità ad una relazione che altrimenti non avrebbe avuto modo di nascere?
In effetti per loro due tutto parte da un enorme segreto che spinge Ed a conoscerla. E dopo è lo stesso segreto a portarne altri, come spesso capita anche nel quotidiano. Eppure proprio là dove non doveva esserci amore, poco alla volta germoglia lo stesso, tenace.
- L’historical romance è un genere molto particolare che personalmente amo molto. Cosa ti ha spinto a dirigerti verso questo registro narrativo?
Ho sempre divorato le storie d’amore e trovo che in quelle ambientate in altre epoche ci siano tantissimi spunti che, in fondo, sono sensati anche oggi. Mi piace recuperare i sapori e le dinamiche della vita in un periodo lontanissimo dalle tecnologie, per me è anche un modo per finire in altre dimensioni, che pure ci sono state e in parte ci hanno portato dove siamo ora.
- C’è stata qualche scena la cui scrittura ti ha dato filo da torcere?
Più d’una! Forse quella più faticosa è stata quando ho dovuto mettere a fuoco un duello. Senza svelare troppo è stata più impegnativa da scrivere perché c’erano molti aspetti importanti, in quel momento, sia per la storia quando per il significato che aveva all’epoca il duello.
- L’amante dell’ussaro in tre parole?
Imprevedibile. Intenso. Unconventional.
- Quali sono i tuoi progetti futuri?
Continuare a scrivere e vedere che succede.
- Cosa diresti a chi sta per approcciarsi alla lettura della tua storia?
Lasciati guidare dalle voci.
Grazie per il tempo dedicato a me e ai miei lettori.
Ros
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