martedì 16 gennaio 2018

IL GIORNO CHE ASPETTIAMO, JILL SANTOPOLO. Recensione.

 
TITOLO:  Il giorno che aspettiamo
AUTORE: Jill Santopolo
EDITORE: Nord
PAGINE: 388
PUBBLICAZIONE: 22 maggio 2017
GENERE: Contemporary Romance
PREZZO: € 17,60 cartaceo; 9,99 ebook

Una luminosa mattina di fine estate, un ragazzo e una ragazza s'incontrano all'università, a New York, e s'innamorano. Sembra l'inizio di una storia come tante, ma quel giorno è l'11 settembre 2001 e, mentre la città viene avvolta da un sudario di polvere e detriti, Gabe e Lucy si baciano e si scambiano una promessa. E due vite si fondono in un unico destino. Tredici anni dopo, Lucy è a un bivio. E sente la necessità di ripercorrere con Gabe le tappe fondamentali della loro relazione, segnata da scelte che li hanno condotti lungo strade diverse, lungo vite diverse. Scelte che tuttavia non hanno mai reciso il legame profondo che li ha uniti per tutti quegli anni. Così Lucy gli parla dei loro primi mesi insieme. Del loro amore intenso, passionale, unico. In una parola: puro. E poi di come Gabe avesse infranto quella purezza, decidendo di partire, di andarsene da New York per accettare l'incarico di fotografo di guerra in Iraq. Perché lui sentiva di doverlo fare, perché ciò che accadeva nel mondo era più importante di loro. Una scelta che aveva aperto nel cuore di Lucy una ferita che lei pensava non sarebbe guarita mai. E che, invece, era stata curata da Darren, l'uomo che lei avrebbe scelto di sposare. Eppure quella ferita si riapriva ogni volta che Lucy riceveva una mail o una telefonata da Gabe, e ogni singola volta che lo aveva rivisto nel corso degli anni. Poi era arrivata quella volta, era arrivato quel giorno... Lucy custodisce un ultimo segreto, ed è giunto il momento di rivelarlo a Gabe. Sono state tutte le loro scelte a condurli fin lì. Adesso un'altra, ultima scelta deciderà il loro futuro.


«Ci sono persone che, una volta uscite dalla nostra vita, ne restano fuori per sempre. Anche se le incontriamo di nuovo lo scambio di solito è rapido e privo di significato. Ci sono persone, invece, con cui le cose riprendono esattamente dove si erano interrotte. Come se il tempo non fosse mai passato.»
Ci sono storie che leggi così, quasi per caso, senza avere la coscienza di cosa stai per affrontare, le parole si susseguono vorticando nella testa e da subito senti un rimescolio strano, insolito. Quella sensazione cresce e diventa sempre più forte man mano che avanzi nella lettura e allora capisci per quale motivo ami tanto i libri, perchè ci sono storie che ti segnano, che lasciano una traccia indelebile nella tua anima. Credo di non aver mai segnato tanti passaggi di un libro in vita mia, ma ogni volta avevo la sensazione che le parole parlassero direttamente al mio cuore con brutale onestà. Ho letteralmente divorato Il giorno che aspettavo, non riuscivo a staccarmi, volevo capire, anche se faceva male, ma volevo arrivare fino in fondo.
Questa è la storia di un grande amore, che sfida le leggi del tempo e della ragione, questa è la storia di Gabe e Lucy.
Sullo sfondo di una New York lacerata da una ferita destinata a cambiare il mondo, quella dell'attentato alle torri gemelle, l'11 settembre 2001, Lucy e Gabe si incontrano e da allora nulla sarà più come prima. Una passione che scoppia rapida e violenta, una comunione di anime e di intenti che sembra dare il via ad un amore che nessuno potrà mai separare. Eppure uno dei due rompe l'incantesimo, e la bolla in cui si erano richiusi per mesi Lucy e Gabe scoppia. La deflagrazione ha la stesa violenza di quello scoppio dell'11 settembre e lascia dietro di sè solo detriti e sofferenza.
«Mi hai insegnato a cercare la bellezza. Nell’oscurità, nella distruzione, tu hai sempre trovato la luce. Non so quale bellezza potrò trovare qui, quale luce. Ma ci proverò. C’era tanta bellezza nella nostra vita insieme. Forse è da lì che dovrei cominciare…»
Gabe decide di partire per l'Iraq per inseguire i suoi sogni, fotografare la bellezza dove nessuno penserebbe mai che si nasconda, nella sofferenza, nella povertà, nella guerra. Lui, così inteso e profondo, sensibile e fragile, ha bisogno di dare un senso alla sua vita, di fare qualcosa che possa cambiare la vita delle persone, anche se ho avuto l'impressione che l'unica vita che ha cambiato sia stata solo la sua e quella di Lucy. Così facendo, infatti, sacrifica il suo amore e a Lucy non rimane altra scelta che accettare che l'uomo che ama più della sua stessa vita non la ricambia a tal punto da metterla al primo posto.
Gabe è un'anima inquieta, tormentata dalla paura di diventare come il padre, un uomo violento, roso dal rimpianto per non aver coltivato i propri sogni, ed è letteralmente terrorizzato all'idea di essere come lui. A malincuore deve prendere la decisione più dura della sua vita: lasciare Lucy.


Un grande dolore, ferite che devono guarire e una vita da ricostruire senza Gabe, questa è Lucy, una ragazza determinata e caparbia, che l'amore ha piegato nello spirito, sicura che dopo di lui non potrà più amare nessuno. Eppure il tempo passa e la cosa che sembra più banale è anche la più vera: il tempo guarisce le ferite. Non si dimentica certo, ma si va avanti. Così un nuovo amore si fa strada nel cuore blindato di Lucy e assume le sembianze di Darren, dolce, solerte, paziente, pronto a regalarle tutto il mondo pur di farla felice. Certo non è Gabe, ma cos'è l'amore? É quella sensazione di onnipotenza che ha vissuto nei pochi mesi di passione con Gabe, oppure la goccia sicura e solida che giorno dopo giorno è capace di scavare un solco profondo, come Darren?
Lui c'è, c'è stato e ci sarà sempre, a sostenerla nei momenti belli e in quelli bui, regalandole una famiglia meravigliosa e un amore limpido e sincero; forse a volte non comprende pienamente le sue necessità, la voglia di essere non solo moglie e madre, ma anche una donna, una professionista in grado di lasciare un segno nel mondo grazie al proprio operato, ma sa che la ama e per lei farebbe di tutto.
Eppure il destino decide di irrompere prepotentemente a stravolgere la vita di Lucy, e tredici anni dopo, l'uragano Gabe fa tremare le fondamenta della sua vita apparentemente perfetta, perchè lei non lo ha mai dimenticato. Nel corso degli anni ogni mail, ogni telefonata, ogni incontro tornava ad aprire e fare sanguinare le vecchie ferite. Un dolore bruciante si fa strada nel petto di Lucy, l'amara e fastidiosa sensazione di aver perso una parte di sè che Gabe non le restituirà mai più.


Non voglio raccontarvi come andrà la storia, perchè già così potreste farvi delle idee che non corrispondono per nulla alla realtà delle cose.
Il giorno che aspettiamo è una storia che va assaporata, compresa, metabolizzata, che vibra e che trasuda passione. Le emozioni che ho provato sin dalle prime pagine sono state fortissime. Non so, forse mi sono vista catapultare indietro nel tempo, quando anche io novella matricola universitaria, guardavo all'11 settembre non comprendendo pienamente la sconvolgente portata di un evento destinato a cambiare le sorti del mondo. Forse perchè davanti a qualcosa di così grande, ci si sente infinitamente piccoli e allora ci si aggrappa alle persone vicine per non cadere, forse perchè ognuno di noi serba il ricordo di un grande amore che sarebbe potuto essere e invece è stato tutt'altro.
Il giorno che aspettiamo è una storia d'amore indimenticabile, di quella che se fosse un film staresti davanti alla tv con una scatola di fazzoletti da consumare. Una storia che racconta l'amore e l'amaro disincanto a cui conducono alcune scelte.
Lucy, come in un grande flusso di coscienza, ripercorre le tappe della sua vita: l'amore perso e quello ritrovato, la sofferenza per l'abbandono e la felicità della rinascita e il destino che torna a rimettere in asse gli eventi quando una scelta è troppo difficile e dolorosa da fare.
Una scrittura intensa, vivida e struggente quella di Jill Santopolo, evocativa e capace di descrivere un caleidoscopio di sensazioni.
Ho amato e odiato i personaggi tante di quelle volte, da aver perso il conto. Non riuscivo a comprendere i motivi delle scelte di Gabe, del perchè avesse deciso di sacrificare il suo amore per inseguire i suoi sogni senza aver almeno cercato un compromesso, senza aver provato a far funzionare una vita con quella che ha sempre considerato la sua "luce". Sono arrivata ad arrabbiarmi anche con Lucy, perchè non riuscivo a credere che questo grande e declamato amore fosse stato soppiantato da Darren, ma sono due amori così diversi! Infatti, nonostante tutto, nonostante Darren, basta un solo cenno da parte di Gabe e lei è lì, pronta ad aiutarlo, ad accogliere dentro di sè la sofferenza di quello che era stato l'uomo della sua vita.
Ed eccolo qui il mio seme di melograno, quella parte di te che ancora oggi mi rende tanto difficile voltarti le spalle se hai bisogno di me. Quando mi mostri quella parte di te, quella più vulnerabile, mi sento in dovere di aiutarti.
Perché noi sveliamo il nostro vero volto solo alle persone cui teniamo di più... ... Fin da subito, abbiamo mostrato all'altro il nostro volto nascosto. E, una volta fatto, non si può tornare indietro.
Dopo le lacrime di rabbia, però, sono venute quelle aspre della consapevolezza che la vita è fatta di scelte e non si può vivere con i "se" e con i "ma". Continuamente la vita ci pone davanti a un bivio e le nostre scelte o quelle altrui segnano il corso della nostra esistenza. Eppure, proprio come Lucy, non posso non avere la sensazione che il destino faccia la sua parte nel naturale ordine delle cose.
La storia tra Gabe e Lucy, è bella nella sua drammaticità, è vera, reale, può non piacerci per alcune scelte fatte, ora da uno ora dall'altro, ma è così che doveva andare, perchè un amore tanto grande non poteva che finire così.
Non c'è nessuna pretesa di insegnamento, solo una presa di consapevolezza che per quanto vogliamo una cosa, a volte non basta, per quanto ci sembri perfetta, forse non è la scelta giusta e che per quanto a volte ci sembra di essere padroni della nostra vita e delle nostre scelte, non siamo che marionette nelle mani del destino.
Non è facile per me scrivere questa recensione, perchè vorrei dire mille cose ma il magone si presenta puntuale e mi paralizza. Se potessi dare sei stelle a questo spettacolare esordio di Jill Santopolo, giuro che lo farei, ma le nostre ali si fermano a cinque, però le porte della nostra top paradise sono aperte per quello che posso dire con sicurezza essere la migliore lettura dell'anno.

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