lunedì 6 luglio 2020

LA TERAPEUTA, HELENE FLOOD. Review party.



TITOLO: La terapeuta
AUTORE: Helene Flood
EDITORE: Mondadori
PAGINE: 356
PUBBLICAZIONE: 7 luglio 2020
GENERE: Thriller psicologico
PREZZO: € 10,99  ebook; € 19,00  cartaceo


Sara, psicologa trentenne, gestisce uno studio privato per giovani problematici nella nuova grande casa che sta ristrutturando insieme al marito Sigurd, ambizioso architetto sempre oberato di lavoro. Un giorno, dopo aver lasciato un messaggio telefonico alla moglie in cui dice di aver raggiunto un paio di amici per una breve vacanza, Sigurd scompare nel nulla. Gli amici confermano che lo stavano aspettando ma che non è mai arrivato a destinazione. Dov'è finito? Perché ha mentito? Sara non ha idea di cosa sia successo e, mentre le ore passano, la rabbia comincia a trasformarsi in paura. Quando la polizia inizia finalmente a interessarsi alla scomparsa, la donna diventa uno dei principali sospettati perché ha cancellato definitivamente e troppo in fretta il messaggio vocale del marito.

Sara si ritrova dunque sola nella casa da sogno rimasta incompiuta, dove ogni stanza diventa sempre meno ospitale e sempre più inquietante, anche lo studio dove riceve i pazienti. Ma è sola davvero? Non riesce infatti a scrollarsi di dosso la sensazione di essere osservata, è convinta che gli oggetti spariscano e ricompaiano misteriosamente e di sentire dei passi in soffitta durante la notte. È davvero così o è lei che sta perdendo lucidità?

Mentre verità terribili vengono alla luce, Sara trova sempre più difficile gestire la propria vita e i propri pensieri. Può fidarsi della sua memoria? Riuscirà lei, esperta nell'interpretare le emozioni e le intenzioni degli altri, a guardare davvero dentro se stessa? E dove può considerarsi veramente al sicuro?
Con La terapeuta, Helene Flood si afferma come un sorprendente talento letterario offrendo ai lettori un thriller psicologico coinvolgente e ricco di suspense e colpi di scena inaspettati.



All'interno del vasto panorama thriller ho scoperto di gradire parecchio quelli nordici, con le loro atmosfere cupe, glaciali, crude. La terapeuta di Helene Flood, psicologa che si cimenta con la scrittura, in uscita per Mondadori, ne è un bell'esempio.
Sara è una psicologa trentenne. La donna è sposata con Sigurd, un architetto e la loro relazione sembra quella tipica di tante coppie che si affannano a creare una nuova vita in due, mettendo insieme sogni e ambizioni lavorative. Sara svolge la sua attività privata in casa, all'interno di uno studio che il marito ha reso accogliente, in una parte della loro nuova e incompiuta dimora. 
In una giornata che inizia come tante altre, Sara inizia a sentire forte una certa inquietudine, l'insofferenza per la condizione di incompiutezza del lavori della casa, e l'insoddisfazione riguardo la scelta di lasciare il lavoro nel pubblico per l'attività privata. 
I suoi pensieri prendono una deriva strana, provando fastidio per tutta una serie di piccoli dettagli a cui lei presta attenzione e che per gli altri, compreso il marito, sarebbero insignificanti.
Una giornata che comunque deve andare avanti fino a quando Sara, nel pomeriggio, riceve la chiamata di uno degli amici di Sigur che chiede notizie dell'uomo. Si sarebbero dovuti incontrare la mattina per trascorrere un fine settimana in una baita, ma lui non è mai arrivato. Ma come è possibile? Forse si tratta di un scherzo perchè Sigur ha lasciato un messaggio sulla segreteria della moglie, in mattinata, dicendole che era appena arrivato.
Le cose precipitano nel giro di poco tempo e anche se Sara alterna momenti di rabbia per il comportamento del marito, a sentimenti di angoscia per il fatto che l'uomo risulta irreperibile, le toccherà trovarsi a fare i conti con la polizia che le comunica di aver ritrovato un corpo, presumibilmente corrispondente alla descrizione di Sigur. 
Riverso al suolo, con la faccia nel fango e due colpi di arma da fuoco alle spalle. Chi è stato? E come mai Sigur è in un altro posto rispetto a quello in cui doveva trovarsi?
Mille interrogativi iniziano ad avvicendarsi nella mente di una Sara che sembra non riuscire ad elaborare pienamente l'accaduto, l'assenza dell'uomo che ama, la fine di una vita che segna la fine del suo matrimonio. 
E poi ci sono tutti i dettagli fuori posto che nota, come se qualcuno si fosse introdotta nella sua casa violando la sua intimità. 
Come se non bastasse, tutti i sospetti iniziano a concentrasi su di lei, dal momento che ha cancellato l'ultimo messaggio del marito e per non violare il segreto professionale non riesce a dare alla polizia un alibi dettagliato, celando i nomi dei pazienti che ha assistito il giorno in cui Sigur è scomparso. 
Un puzzle di eventi da ricostruire, seguendo l'ansiogeno percorso della mente di Sara. Ci immergiamo nel suo modo privato e lavorativo e indubbiamente l'autrice ha voluto centrare la storia sull'approfondimento psicologico del personaggio, cosa che apprezzo particolarmente. 
Sara potrebbe risultare poco simpatica al lettore a causa di un carattere spigoloso, ossessivo, preciso, ipercritico. Io l'ho trovata molto realistica e tridimensionale, piatta forse, ma è una caratteristica del suo essere o probabilmente ho semplicemente empatizzato con una collega.
La narrazione è secca, asciutta, un lungo flusso di eventi e pensieri intervallati da flashback sul passato della coppia. 
Helene Flood lascia che il lettore si immerga all'interno del turbinare dei pensieri ossessivi di Sara, una fitta rete di vicoli ciechi che creano un ambiente claustrofobico acuito dalla percezione che da professionista Sara sappia perfettamente come stia andando alla deriva perdendo stabilità. La memoria è sempre stato il suo punto forte, ma quella capacità di ricordare tutto, gli eventi, i luoghi e le persone che spesso non la fa vivere con leggerezza, adesso sembra deriderla.
Se vi piacciono i thriller pieni di azione potreste non essere presi subito dalla Terapeuta. Il ritmo è piuttosto lento, ma riesce a mantenere un costante stato di allerta e dubbio. La scrittura della Flood scende, digrada verso la mente di Sara. Questo è il suo modo di creare tensione, attraverso l'angoscia di un personaggio che non è più sicura di nulla, che non sa se quello che ricorda è reale o frutto della sua fantasia. 

Questo è ciò che racconterei a me stessa se fossi la mia terapista. Non c’è da stupirsi che io sia nervosa. Non è strano che la mia mente stia girando più velocemente del solito, sia più paranoica del normale. Sono in modalità di emergenza, devo ricordarmi che tutti i pensieri di crisi che sto avendo sono esattamente questo: pensieri. Non sono più veri soltanto perché mi spaventano. Ho bisogno di comprendere la mia stessa reazione. Devo calmarmi, capire che adesso, considerando la mia comprensibile ansia, non sono al massimo della chiarezza mentale. 
Ottima costruzione della trama, con dettagli apparentemente inutili che poi convergono in un finale che poteva essere inaspettato se non fosse che ad un certo punto, all'inizio della lettura, ho come avuto un flash su come si erano svolti gli eventi che hanno portato alla morte di Sigur. Ho messo, però, da parte quei pensieri per poi ritrovarmi immersa nella lettura e riprendere la mia intuizione alla fine, scoprendo di aver avuto ragione. Sesto senso? Forse.
Un thriller psicologico coinvolgente con una trama fitta, ricca di dettagli da cogliere e una protagonista particolare che ti trascina nel vortice della sua mente, tra bugie, verità e tradimenti.



copia fornita da Mondadori

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