venerdì 23 aprile 2021

IN UNA SCALA DA 1 A 10, CEYLAN SCOTT. Recesione.

TITOLO: In una scala da 1 a 10
AUTORE: Ceylan Scott
EDITORE: Rizzoli
PAGINE: 216
PUBBLICAZIONE: 13 aprile 2021
GENERE: Narrativa per ragazzi
COSTO: € 9,99 ebook; € 15,00 cartaceo

Come ti senti oggi in una scala da 1 a 10? Questa è la domanda che Tamar si sente rivolgere ogni giorno dai propri dottori al centro di cura psichiatrica per adolescenti Lime Grove. Sedici anni, ex atleta di corsa campestre, è andata in crisi dopo un evento terribile di cui si crede colpevole, la morte della sua amica Iris, ma non riesce a comunicare ciò che prova alla famiglia, agli amici e persino al personale medico. Sente solo un vuoto disperato dentro di sé che la porta a farsi male e a tentare il suicidio: non merita di vivere e non può smettere di desiderare di sparire dal mondo. E anche a Lime Grove, la “casa sicura” dove incontra Jasper, Elle, Alice, Will e altri ragazzi come lei, affetti da disordini alimentari, disturbo bipolare, paranoia, non trova la forza di combattere il mostro che si porta dentro. Fino a quando a quel mostro viene dato un nome: disturbo borderline della personalità. Attraverso l’alternarsi di flashback della sua vita precedente, con i compagni di sempre, e il racconto del ricovero, tra farmaci, amicizie, moti di ribellione e avventure, il libro svela pagina dopo pagina l’abisso della malattia mentale e il processo di progressiva consapevolezza che permette alla protagonista di liberarsi dal suo segreto, accettare l’aiuto di chi le sta accanto e combattere, passo dopo passo, con i fantasmi della sua angoscia. Il risultato è un racconto scioccante, commovente e sarcastico della vita in un ospedale psichiatrico. E del potere redentore della verità per intraprendere il cammino della guarigione.


Occupandomi di salute mentale non è facile che una storia che tratta tale tema mi soddisfi pienamente. Spesso trovo parecchie criticità legate sostanzialmente ad una certa leggerezza nella trattazione, ma non è certo il caso di In una scala da 1 a 10, libro d'esordio della giovane autrice londinese Ceylan Scott.
Una storia intensa, toccante, di resilienza, su una ragazza inghiottita da un'oscurità senza nome, un mostro che con artigli affilati strappa ogni briciolo di forza dall'animo di un'adolescente che dovrebbe vibrare di vita.
Parlare di Tamar, la protagonista di questo libro, non è semplice. Lo sono invece le parole con le quali lei stessa si descrive, quelle che non riesce a tirare fuori dalla sua testa e la tormentano in ogni attimo della sua esistenza. 
Dopo un tentato suicidio, Tamar si ritrova in centro di cura psichiatrica per adolescenti, il Lime Grove. La permanenza nell'istituto costituirà un punto di svolta per una sedicenne che ha smarrito la strada e si crede colpevole della morte di una sua amica. La sua testa le urla che è malvagia, indegna dell'affetto delle persone che la circondano. La vita diviene un peso insopportabile, il dolore per il senso di colpa le stringe così tanto la gola da non permetterle di respirare. Come dovrebbe rispondere quando le viene posta quella maledetta domanda dai medici: Come ti senti oggi in una scala da 1 a 10? Come può un numero rendere conto in modo esaustivo della tempesta che infuria dentro di lei e dilania ogni suo pezzo?


A Lime Grove, Tamar farà un percorso di cura difficile e complesso perchè non è facile maneggiare la mente di una ragazzina che pensa di non meritare di vivere. Con l'aiuto di medici, infermieri e inaspettate amicizie con altri degenti, Tamar scaverà all'interno del buco nero in cui si trova per arrivare al nocciolo del problema che la affligge, per dare un nome al mostro da combattere e comprendere se davvero vuole guarire o lasciarsi andare.
«C’è differenza tra voler stare meglio e voler stare meglio. Credo che tutti possano guarire. Ci vuole tempo… anche anni magari, ma è possibile.»
Non sarà facile accettare di aver fallito, di essere ancora viva, di stare a Lime Grove, stordita da farmaci e circondata da ragazzi che le rimandano immagini di una estrema precarietà.
E allora i suoi unici amici diventano i pensieri oscuri e autodistruttivi, ragazzi con disordini alimentari estremi, disturbi bipolari e depressione, i quali non fanno altre che colludere con le sue ideazioni deliranti.
In una scala da 1 a 10 non è un libro di facile lettura, nonostante il target di riferimento sia quello della narrativa per ragazzi. Ritengo che il carico emotivo che si porta dietro non sia alla portata di tutti, soprattutto per le ideazioni suicidarie e il disagio psicologico narrato che non è frutto dalla particolare fase evolutiva della protagonista, ma di una problematica più complessa, esacerbata dall'abuso di alcol e da condotte comportamentali limite.
Intenso, doloroso, a tratti straziante, Ceylan Scott descrive un universo interiore di una devastante fragilità. Tamar e gli altri ragazzi che si incontrano sono anime da maneggiare con cura, universi con cui entrare in contatto in punta di piedi perchè ogni scossone potrebbe distruggere il loro delicato equilibrio interiore.
L'autrice è stata capace di descrivere con puntuale lucidità ciò che accade quando qualcosa nella tua testa si spezza, l'inferno dell'esperienza della degenza in un istituto di cura, perchè lei stessa ha attraversato l'inferno della malattia mentale in adolescenza, essendo affetta da Disturbo di Personalità Borderline.
Con un'alternanza tra presente e passato, pagina dopo pagina Tamar arranca per arrivare alla guarigione, tra fughe, cadute rovinose e riprese. Ma cosa significa esattamente guarire quando ti viene diagnosticato un disturbo mentale? Significa affrontare la vita un giorno alla volta, alzarsi una mattina e scoprire che quel peso opprimente che ti stringe il petto è un po' più leggero, che l'impulso a tagliare la tua pelle pur di sentire qualcosa è meno pressante e la volontà di stare meglio è reale, non solo un numero in una scala da 1 a 10.
Un esordio interessante quello di Ceylan Scott che esplora con delicatezza e senza nessuna edulcorazione un tema spinoso. Un messaggio di speranza e di resilienza per tutti quelli che sono sospesi in un limbo, che non vedono una via d'uscita e si sono abituati al dolore.

Guarire è un concetto buffo, perché in realtà tutti stiamo guarendo da qualcosa: un brutto raffreddore, la fine di una relazione, sesso droga e rock’n’roll. Nessuno può decidere quando succede o nemmeno come.



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