lunedì 17 ottobre 2022

LA VEGLIA, ANNE ENRIGHT. Recensione.


TITOLO: La veglia
AUTORE: Anne Enright
EDITORE: La nave di Teseo
PAGINE: 304
PUBBLICAZIONE: 9 settembre 2022
GENERE: Narrativa
COSTO: € 7,99 ebook; 19,00 cartaceo

Veronica Hegarty viene da una famiglia cattolica tradizionale come ce ne sono tante in Irlanda. Anche ora che ha una sua famiglia, con un marito e due giovani figlie, il legame con la madre settantenne e con i suoi otto fratelli e sorelle rimasti è sempre molto forte anche se contrastato. In particolare con Liam, il fratello a cui è sempre stata più legata, nonostante fosse il più scapestrato. Quando Liam viene trovato morto nei pressi di Brighton, Veronica sa che a ucciderlo non è stato l’alcool. O almeno non solo. Le radici dei problemi del fratello affondavano in qualcosa che era successo a casa dei nonni molti anni prima, e a cui lei aveva assistito. Mentre Veronica organizza il funerale del fratello, ed è costretta a dedicarsi a tutti quei doveri di circostanza che sono imprescindibili in quelle dolorose situazioni, non può fare a meno di intraprendere un viaggio nei ricordi, nei traumi, nelle paure, nelle ossessioni e nei segreti che popolano il suo passato e quello di Liam. Perché solo ricordando si può andare avanti e non è possibile fuggire da ciò che si è e da quel che si ama. Con “La veglia” Anne Enright ha mostrato al mondo il suo talento e un’incredibile capacità di raccontare la quotidianità, l’intimità, il dolore, la redenzione di una famiglia. Di solito, con l’andar del tempo, i fratelli diventano meno importanti. Liam aveva deciso di non farlo. Aveva deciso di restare importante, fino all’ultimo.
Ho impiegato un po' di tempo a terminare la lettura del libro di Enright, La veglia, che La Nave di Teseo riporta all'attenzione ad anni di distanza dalla sua pubblicazione. Vincitore del Booker-Prize nel 2007, l'autrice da voce a Veronica Hegarty e alla sua particolare storia familiare.
In un lungo flusso di coscienza, attraversando gli anni di un'Irlanda cattolica e conservatrice in cui si muovono spinte progressiste, Veronica affronta la morte del fratello Liam, amina fragile e vittima di eventi che lo hanno portato ad assumere uno stile di vita ai limiti, fino alla sua triste fine.
Quella degli Hegarty è una famiglia particolare, formata da dodici figli, con un padre violento e una madre sempre incinta. E un figlio dopo l'altro, tra morti e sopravvissuti, la madre di Veronica si dimostra incapace di essere presente a se stessa ad affrontare l'ennesima prova che riguarda uno dei suoi figli. Motivo di vergogna da piccola, Veronica finisce con l'interpretare il ruolo della figlia ligia al dovere, sposata e con una famiglia perfetta. Eppure la morte di Liam squarcia qualcosa dentro di lei, allargando uno strappo che c'è sempre stato e ha cercato di tenere insieme per non affrontare scomode verità.


La veglia è l'onirica ricostruzione, tra salti temporali e immagini mentali inquietanti, di uno sporco segreto, qualcosa successa in un'estate in casa della nonna, a lei e al fratello Liam. Una discesa vorticosa nei meandri di un trauma mai raccontato, tenuto dentro e capace di logorare un'intera esistenza.
Quando qualcuno muore, la veglia rappresenta un'occasione per ricordare il defunto e tesserne le lodi, ma per Veronica invece è l'espediente per ripensare alla sua caotica e particolare famiglia, al suo matrimonio che sta andando alla deriva, alla sua personale condizione e a quel legame con un fratello che forse non ha capito abbastanza, o forse ha capito troppo.
Alla fine il risultato è una saga familiare che parte dalla nonna di Veronica, immaginando vite che si intrecciano, dialoghi allucinati, scorci di relazioni che si sovrappongono e pensieri difficili da afferrare perchè ad un certo punto non si distinguono più realtà e fantasia. Le figure femminili sono ritratti importanti e variegati, talvolta forti, altre volte deboli, ma sempre fondamentali nel tracciare la storia. Meno lusinghiere sono le caratterizzazioni degli uomini che esercitano un potere effimero senza avere nessuna qualità, come se la loro impronta fosse sempre fugace, un ruolo rubato e immeritato.
I temi del ricordo del trauma, del sesso, dei rapporti distorti e delle relazioni disfunzionali si intrecciano a quelli della religione, della politica e della società.
Il tono dell'intero racconto è cupo ed angosciante, smorzato da una ironia tagliente e un umorismo dark. Anne Enright riesce in modo eccellente a trasmettere il senso di precarietà della protagonista, i suoi dubbi e i tormenti che la lacerano.
Una storia potente, intima e piena di tormento narrata da una voce illustre del panorama letterario. Ma è anche la fotografia dell'Irlanda tanto cara all'autrice con tutte le sue contraddizioni.


Nessun commento:

Posta un commento

Instagram

Recap