martedì 7 gennaio 2020

SPRING GIRLS, ANNA TODD. Recensione.


TITOLO: Spring girls
AUTORE:Anna Todd.
EDITORE: Sperling&Kupfer
PAGINE: 324
PUBBLICAZIONE: 26 novembre 2019
GENERE:Young Adult romance
COSTO: € 8,99 ebook; 17,90 cartaceo 

Meg, Jo, Beth e Amy Spring sono sorelle. Diversissime tra loro, eppure unite da un legame più forte di ogni contrasto. Vivono con la madre in una base militare nei pressi di New Orleans, mentre il padre, ufficiale dell'esercito americano, è in missione in Iraq. La più grande, Meg, attende con ansia la proposta di matrimonio del fidanzato, ma il ritorno di un vecchio «amico» e un'ombra del suo passato sembrano turbare i suoi piani di felicità. Beth, la più introversa, è a disagio in mezzo agli sconosciuti; adora stare a casa, cucinare e prendersi cura della famiglia. Se fosse un profumo, sarebbe l'aroma dei biscotti appena sfornati. Jo è la ribelle del gruppo: impulsiva e appassionata, sogna di fuggire a New York, diventare una giornalista e cambiare il mondo. Niente può fermarla, nemmeno l'amore - qualunque cosa esso sia. Finché l'incontro con Laurie, un giovane vicino di casa, inizia a mettere in dubbio qualche sua certezza. Amy è la più piccola; impaziente di assaporare la vita, non può che stare a guardare le sorelle - e intromettersi come può - mentre si destreggiano tra primi amori e delusioni, amicizie sincere e tradimenti, cyberbullismo e social network. In un anno cruciale per il destino della famiglia Spring, le quattro sorelle affronteranno - ognuna a modo suo - sfide impreviste, paure, cambiamenti. Alla ricerca di un destino da costruire con le proprie mani, di una vita di cui andare fiere. Anna Todd rende omaggio a un classico che ha ispirato le lettrici di ogni generazione, "Piccole donne", adattandolo al linguaggio, ai costumi e agli interrogativi del ventunesimo secolo. Una storia senza tempo, per provare a raccontare cosa significhi essere ragazze: ieri, oggi, sempre.




A volte, gli autori decidono di percorrere strade impervie, lanciandosi in imprese che sicuramente li esporranno a un giudizio attento e poco clemente da parte del pubblico. E' il caso di Anna Todd, la quale ha deciso di rivisitate in chiave moderna un grande classico della letteratura, "Piccole donne" di Louisa May Alcott. Un'operazione alquanto sconsiderata considerando il fatto che il paragone è con un "Titano" della letteratura dell'infanzia che ha ispirato anche tantissime versioni cinematografiche. 
Piccole donne è un romanzo che amo molto, e amo molto anche i retelling. Il romanzo della Alcott ha accompagnato la mia adolescenza e vi sono molto legata, tanto da non riuscire a fare un onesto paragone tra la sua versione originale e il retelling di Anna Todd. Cercherò, perciò, di essere più onesta possibile, partendo dal presupposto che la storia di per sè non mi ha entusiasmata troppo, e nel paragone con l'originale è come sparare sulla Croce Rossa. 
Meg, Jo, Beth e Amy sono le sorelle Spring. Le ragazze vivono presso una base militare con la loro mamma, Meredith, che sta facendo del suo meglio per tirale su in assenza del marito, di stanza in Iraq, e con qualche difficoltà economica. Una madre lontana dall'essere perfetta, schiacciata e sopraffatta dalla distanza del marito.
Meg è la maggiore delle sorelle, sogna di sposare un militare e di avere una famiglia. È bella e attira molta attenzione, non sempre positiva. Infatti, ha avuto problemi con i ragazzi che hanno approfittano di lei e al liceo, mentre le altre ragazze sono gelose di lei. La sua vita è macchiata dall'ombra del cyberbullismo, a causa di un ex fidanzato che ha schiaffato la sua vita intima sui social. Una cosa difficile da sopportare, che ha lasciato segni inequivocabili. 
Jo, la secondogenita, sta contando i giorni che la separano dalla laurea, quando potrà finalmente trasferirsi a New York City per coltivare il sogno di diventare giornalista. Tra le sorelle è quella più indipendente, dal forte acume, meno legata alle convenzioni e desiderosa di un futuro brillante. Non pensa ai ragazzi, finchè anche lei non ne cade vittima.
Beth è la più timida delle sorelle, ama stare a casa a occuparsi di tutte le questioni domestiche e meno con le persone, mentre la piccola Amy è impaziente e piena di vita, desiderosa di diventare adulta e fare ciò che fanno le sorelle più grandi. 
Quella descritta in Spring Girls è una famiglia moderna, in cui ogni ragazza intraprende un cammino di crescita per diventare se stessa. Le ragazze sono messe alla prova dalla vita, a vari livelli, ma ammetto di non aver avuto nessun particolare trasporto durante la lettura.
Meg l'ho trovato un po' decontestualizzata nei comportamenti, come se ci fosse una sorta di forzatura nel dipingere una ragazza del 2000 con idee poco progressiste sul matrimonio o l'autodeterminazione, cosa che cozza con la sua "libertà" di costumi. 
Jo ne esce come la più forte, come succede anche nel romanzo originale.
Nella scrittura giovane e scorrevole di Spring Girls ritroviamo la Todd che conosciamo, e volendo fare un paragone con After, penso che questa sia una storia migliore. Come retelling però, la mia paura è che un adolescente sia più attratto da questa versione e non legga mai la versione a cui è ispirato. 
In ultima analisi, non consiglierei ad un giovane lettore di leggere Spring Girls per spingerlo alla lettura di Piccole Donne nella sua versione originale. Forse è stata una trovata pubblicitaria, forse è stato un pizzico di sano autocompiacimento da scrittore, ma il risultato non cambia, ed è NO!


copia fornita da Sperling&Kupfer


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